Fincantieri, «tagli» anche a Marghera
Marghera. Fiom-Fim-Uilm contro il piano presentato dall'amministratore Oggi i sindacati e la Rsu decidono quando scioperare per otto ore
MARGHERA.
Malgrado la mancanza di nuovi ordini di navi da crociera che ha obbligato Fincantieri ad utilizzare la cassa integrazione ordinaria, i cantieri di Porto Marghera non sono nella lista di quelli da chiudere, lista acclusa al piano industriale presentato ieri ai sindacati nazionali dei metalmeccanici di Cgil, Cisl, Uil dai vertici dell'azienda controllata interamente dal ministero del Tesoro. L'amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, ha annunciato la chiusura dei cantieri di Castellammare di Stabia e Sestri Ponente, il ridimensionamento di quelli di Riva Trigoso (Genova) e il taglio di 2.551 «esuberi» dei quali 1.125 dislocati nei cantieri, come quello di Porto Marghera, che non rientrano tra quelli da chiudere o ridimensionare. È proprio quest'ultimo annuncio a preoccupare lavoratori e sindacati veneziani che decideranno oggi come e quando realizzare il pacchetto di 8 ore di sciopero - deciso da Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm nazionali - da gestire a livello territoriale prima del 6 giugno, data in cui è previsto un nuovo incontro con i vertici di Fincantieri. Già l'anno scorso era stato anticipato il piano presentato ieri da Giuseppe Bono e in quell'occasione i sindacati hanno parlato di una strategia di Fincantieri che punterebbe a «unificare i cantieri di Porto Marghera con quelli vicini e gemelli di Monfalcone» e ridurre gli occupati per adeguarsi al minore numero di ordini di navi da costruire. «Non è così che si esce dalla crisi del settore cantieristico - commenta Luca Trevisan, segretario della Fiom-Cgil veneziana - Questo piano noi lo rigettiamo in tutti i suoi aspetti, compreso quello che prospetta tagli di posti di lavoro diretti anche nei cantieri veneziani, col preciso obbiettivo di allargare il lavoro in appalto che, invece, va riqualificato per migliorare la competitività ed eliminare la fascia del lavoro senza diritti e a paga globale». Stefano Boschini, della Fim-Cisl, accusa Fincantieri «di aver presentato un piano che di industriale ha solo il nome e prevede solo tagli di posti di lavoro e cantieri e nessun investimento per rilanciarli e vincere la concorrenza». Anche Diego Panisson (Uilm) rigetta il piano e rinnova l'appello al Governo di riconvocare il tavolo nazionale della cantieristica navale. (g.fav.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Leggi anche
Video