Fabrizio e il lockdown insieme a ventitré cavalli: la storia di una convivenza che ha lasciato il segno

VENEZIA. Ecco l’uomo che sussurra ai cavalli. Lavora al Lido di Venezia e durante il lockdown ne ha seguiti, giorno e notte, ventitré. Fabrizio Tognacci, veneziano, classe 1963, è istruttore di equitazione, specializzato nella formazione juniores dell’attività agonistica equestre. Ha vissuto da solo al circolo ippico a Ca’ Bianca, durante la chiusura totoale, per stare vicino agli affezionati quadrupedi che non ha mai smesso di curare: Batisse, Attention, Auxine De Thunes. Con tutti loro (anche la buffa coppia di pony Filippo e Camilla) si è instaurata un’amicizia speciale, che non si è spezzata nemmeno con l’emergenza Covid. Anzi il legame si è rinforzato quando Fabrizio ha deciso di vivere blindato con loro, lontano dalla civiltà in un habitat tra mare e laguna da togliere il fiato. Là, durante il lockdown nessuno è potuto entrare: né i 175 soci, né i proprietari dei cavalli. Solo un paio di altri istruttori e due groom, per portare da magiare.
Per il resto, dal mese di marzo, Tognacci, si è preso cura di tutto, dagli animali alla manutenzione della struttura. «Qui venivano anche due istruttori e due operatori della scuderia che accudiscono i quadrupedi, danno loro da mangiare e fanno le pulizie.
Fabrizio, con gli istruttori e i groom, muoveva i cavalli dai box, nutriva i morelli, i pezzati, i roani, i pony somministrando fieno e avena, circa 10 chilogrammmi, distribuiti in tre dosi giornaliere. Li coccolava con ghiottonerie energetiche, carote e zollette di zucchero, li puliva con brusca, spazzola, striglia, anche passandoli con lo strofinaccio per rendere il mantello più lucido.
«In quel periodo così particolare e difficile, i proprietari preoccupati mi chiedevano notizie dei loro cavalli. Tre sono riusciti a trasferirli a Prato in Toscana», spiega Fabrizio che in questi mesi non si è mai perso d’animo. «Dai cavalli ricevo forza, bellezza, libertà, creatività».

Così l’istruttore ha iniziato a mettere in contatto a distanza destriero e cavaliere. Ha fotografato i cavalli, inviato sms, realizzato brevi video mentre trottavano, galoppavano o sostavano all’aperto. «Sono stati momenti indimenticabili. Il cavallo è un animale socievole, ricettivo e sensibile», annota orgoglioso Fabrizio che durante i momenti chiave del racconto volge lo sguardo verso gli amici quadrupedi. Non solo cavalli, però.
La vita del galoppatoio che ha due campi in sabbia, uno in erba, uno da cross e una pista anello è complessa e la struttura è un po’ datata. Risale infatti al 1960. Così Fabrizio ha provveduto anche alla manutenzione.
«Qui ci sono sempre interventi, dai box alla pompa dell’acqua, agli steccati». Di soddisfazioni, Fabrizio, ne riceve in continuazione. «A livello agonistico i ragazzi vanno bene. Abbiamo vinto delle finali in un campionato italiano alla prestigiosa fiera di Verona».

Ora tra gli obiettivi del circolo c’è l’ippovia che consentirebbe, durante il periodo estivo, di passeggiare lungo due tratti del Lido (zona est tra la caserma Cornoldi e la diga di San Nicoletto, zona ovest degli “orti” tra Malamocco e Alberoni, entrambi senza interferire sull’arenile della spiaggia).
«Per questo attendiamo buoni samaritani», dice l’istruttore. C’è silenzio nel galoppatoio ma non solitudine. Alcuni coniglietti brucano l’erba. «È il regalo della pandemia. Qui hanno trovato cibo e un ambiente accogliente. Nel frattempo si sono anche moltiplicati», conclude sorridendo Fabrizio. Attualmente il circolo ippico Venezia Lido è chiuso e le discipline praticate (salto ostacoli, dressage, completo, riabilitazione equestre, pony games) sono sospese. L’attività agonistica ha ripreso ma è ridotta al minimo. All’entrata immancabili termoscanner e gel disinfettanti.
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