«Edicole con troppi souvenir? Bisogna far rispettare le regole»

VENEZIA. «Le edicole di giornali e riviste a Venezia - visto anche il calo democrafico e la minor propensione alla lettura dei residenti - non potrebbero sopravvivere senza la vendita anche di gadget e souvenir, ma gli edicolanti veneziani rispettano il regolamento comunale che prevede che almeno il 55 per cento degli articoli venduti e degli spazi sia riservato appunto ai giornali. Sono gli edicolanti extracomunitari, soprattutto quelli del Bangladesh, ormai in forte aumento, quelli che trasformano le loro edicole in chioschi di souvenir, infischiandosene dei limiti di legge».
La denuncia è di Walter Mutti, edicolante alle Zattere ma soprattutto rappresentante provinciale dello Snac, il sindacato giornalai, che non vuole sia fatta di ogni erba un fascio, pur se il problema della “trasformazione” turistica delle edicole, ricoperte di cappellini, maschere, borse, cianfrusaglie, indubbiamente esiste.
«Tutti ormai vendiamo anche souvenir, non potrebbe essere diversamente, perché altrimenti dovremmo chiudere - spiega ancora Mutti - e ad esempio il “fatturato” della mia edicola è rappresentato al 60% da giornali e rivisate e al 40% da articoli turistici. Un fatto che riguarda tutte le città d’arte, non solo Venezia e che diventa più o meno accentuato in base alla zona, perché avere un’edicola vicino San Marco, non è ovviamente lo stesso che averla in via Garibaldi. Ma il problema dell’affastellamento degli articoli turistici nelle edicole riguarda appunto quelle gestite da extracomunitari, che su un centinaio circa di quelle complessive in centro storico, rappresentano circa il 40%. Loro i limiti non li rispettano e preferiscono prendersi le multe del Comune che pure sono salate, circa mille euro per l’occupazione eccedente di plateatico con articoli turistici e altri mille per il fatto di non rispettare il minimo del 55 per cento di giornali e riviste tra ciò che viene venduto. Dopo due multe, alla terza infrazione, ci dovrebbe essere il ritiro della licenza, ma nella maggior parte dei casi, dopo due multe si cambia l’intestatario dell’edicola e così si ricomincia da capo. È un problema che il Comune conosce e per questo chiediamo che non si faccia un “polverone”, mettendo insieme edicolanti veneziani che comunque rispettano il regolamento comunale - nella stragrande maggioranza dei casi - ed edicolanti extracomunitari che invece vendono praticamente solo su souvenir».
Alcune edicole - quattro o cinque - sarebbero già state chiuse in città dai vigili urbani proprio per la reiterata infrazione alle norme comunali nel vendere anche articoli turistici. Ma il problema esiste, così come la trasformazione della proprietà delle edicole, sempre più in mano di extracomunitari e sta anche al Comune e ai vigili urbani tenere il fenomeno sotto controllo». (e.t.)
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