Ecco il Redentore solo per 18 mila I fuochi più belli per la rinascita

Stasera la “notte famosissima” in modalità d’emergenza Si accede solo con la prenotazione e con il green pass
Manuela Pivato



Non solo famosa, ma famosissima; non solo notte, ma pomeriggio di preparativi, sera di fuochi e, per chi ha fiato, alba in spiaggia. La festa del Redentore resta salda nel cuore di veneziani come quella della Madonna della Salute. Religiosa e pagana, fatta di pellegrinaggi lungo il ponte votivo e di casse di angurie, di barche da lustrare e di lanterne da appendere. Dalle tavolate in riva alle altane, dalle terrazze degli alberghi ai balconi dei palazzi, il rito si rinnova fedele a se stesso da cinque secoli, con la stessa domanda della vigilia: cosa fai al Redentore?

la festa cambia

Quest’anno la festa cambia. Il covid le ha dato un’altra dimensione, che l’avvicina all’origine di tutto, e cioè la liberazione della città dalla peste del 1575-1577 che provocò la morte di più di un terzo della popolazione della città in soli due anni, per la quale fu costruita la basilica progettata da Andrea Palladio. Questa sera la festa sarà ordinata, sanificata, controllata. Niente sbracciamenti da una barca all’altra, nessun posto a bordo (almeno in teoria) aggiunto all’ultimo minuto, niente da fare per chi non ha prenotato. Il limite è di 18 mila persone; il 15 luglio del 1989, in occasione del concerto dei Pink Floyd, furono 200 mila. Il nuovo corso del nuovo secolo disciplina quella che era la festa liberatoria per eccellenza, sull’acqua, tra amici, dopo la maturità, prima delle vacanze, normalmente nella notte più calda dell’estate. Oggi sono previsti 20 gradi di minima, 27 di massima, quasi fresco, ma il vero clima lo daranno le barche contate, le tavolate lontane, la lista dei passeggeri da conservare nel portafogli per i quattordici giorni successivi, il distanziamento sociale a bordo, il certificato da esibire, le barche non troppo piene (l’80% in caso di capienza in caso di non conviventi).

la sicurezza

Ieri le signore veneziane, le ragazze, non si domandavano l’un l’altra come ti vesti, ma discettavano di green pass (obbligatorio), s’informavano sui punti tamponi temporanei istituiti alla Giudecca e a San Marco, anche con l’utilizzo di un vaporetto ormeggiato in Canal Grande in zona Rialto. Il Redentore più strano della storia, senza imprevisti, senza imbucati, una festa ridotta, ma comunque salva, integra nello spirito, risarcisce parzialmente la città di 14 mesi di patimenti. Ieri sera l’inaugurazione del ponte votivo, presenti il sindaco Luigi Brugnaro e il patriarca Francesco Moraglia. «Venezia, dopo mesi bui deve guardare al futuro con speranza e determinazione», ha detto il sindaco. «Una città che non si è mai abbattuta e che, ancora una volta, ha saputo trasformare tanti momenti difficili in occasioni di rinascita. Lo stiamo facendo grazie alla tenacia di tutti quelli che amano la città e la portano nel cuore». —

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia