È morto monsignor Donadelli

JESOLO. Si è spento ieri a 71 anni dopo una lunga malattia monsignor Paolo Donadelli, arciprete della chiesa di San Giovanni Battista a Jesolo Paese. I funerali si terranno sabato alle 10 nella sua parrocchia e saranno celebrati dal patriarca Francesco Moraglia.
Il sindaco Valerio Zoggia ha proclamato il lutto cittadino in quel giorno. Ed è in lutto anche tutta la comunità religiosa dove il parroco era molto conosciuto. La notizia della sua morte è stata data subito ieri mattina a Venezia, al termine dell’omelia nella messa solenne celebrata nella basilica della Salute in occasione della popolare festa, dallo stesso patriarca: «È un segno particolare che il Signore lo abbia chiamato nei primi vespri del giorno della Madonna della Salute”. La salma di don Paolo sarà in chiesa domani dalle 9 per quanti vorranno pregare per lui e portargli l'ultimo saluto. Alle 10,30 e alle 16.30 sarà recitato il rosario. Alle 20.30 una veglia di preghiera. Così la città potrà vedere il suo affezionato parroco prima delle esequie. Don Paolo era nato a Venezia il 15 gennaio 1941. Visse i primi anni della sua vita con la famiglia a San Donà, dove lavorava il papà Amleto, e frequentò il liceo. Ordinato sacerdote il 23 giugno 1968, il suo primo ministero sacerdotale fu nella parrocchia di Santa Maria Goretti a Mestre per sette anni, dal 1975 nella parrocchia di San Lorenzo a Mestre per altri otto. Nel 1983 è stato nominato parroco della comunità di Sant' Ignazio del Lido di Venezia. Nel 1992 arriva a Jesolo. Il patriarca Marco Cé lo aveva designato nuovo parroco della comunità di San Giovanni Battista, lasciata vacante da monsignor Gino Trevisan per raggiunti limiti d'età. Molti ricordano ancora quella domenica, il 30 maggio del 1992, quando don Paolo fece il suo ingresso in chiesa.
Recentemente era stato aggredito e derubato da dei balordi. Ma don Paolo era preoccupato non tanto per sè, già malato e debole, quanto per quei ragazzi e per la brutta strada che avevano intrapreso. Questo era don Paolo. Si era ammalato una decina di anni fa, ha affrontato il male con determinazione e serenità che nascevano da un ministero sacerdotale sempre coerente. È rimasto vicino alla comunità fino agli ultimi giorni prima della morte. L'ultima sua messa è stata il 10 ottobre, prima che la debolezza prendesse il sopravvento costringendolo a restare in casa. Ma don Paolo non si è fermato, non si è piegato neppure quando è rimasto chiuso tra le mura domestiche e ha continuato a incontrare persone, partecipare agli incontri fino a quando ha avuto forza e lucidità. Un esempio che la comunità di Jesolo non dimenticherà.
Giovedì 8 novembre è stato ricoverato all'ospedale di Jesolo, assistito con grande amore e cura dai familiari, dal vicario parrocchiale don Massimiliano e dai suoi parrocchiani fino a ieri quando è spirato. Ma il momento di maggiore emozione è stato domenica scorsa, durante la celebrazione delle Cresime, quando per don Paolo, in chiesa, è iniziato un lungo e spontaneo applauso.
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