È a Chioggia la mente della truffa milionaria

Il caso “stappa e vinci” con telefonate da 15 euro l’una e nessun premio “Le Iene” arrivano a un certo “Doria”. Ora le indagini della Guardia di finanza
GUARDIA DI FINANZA CONTROLLO DOCUMENTI CONTABILI ISPEZIONE FISCALE - I controlli delle Fiamme Gialle e i dati 2010 In alto le auto della Guardia di Finanza
GUARDIA DI FINANZA CONTROLLO DOCUMENTI CONTABILI ISPEZIONE FISCALE - I controlli delle Fiamme Gialle e i dati 2010 In alto le auto della Guardia di Finanza

CHIOGGIA. Truffa milionaria, le “Iene” arrivano a Chioggia. Una delle menti del concorso “Stappa & vinci” che ha fruttato un milione di euro in telefonate a cui non è seguita l’erogazione di nessun premio sarebbe un giovane di Chioggia che ha una quota nella società ideatrice del concorso.

Un altro giovane di Chioggia invece, che avrebbe firmato in cambio di 500 euro per diventare amministratore delegato della società senza sapere nulla delle finalità, si è già autodenunciato alla guardia di finanza.

Ad aprire il vaso di Pandora è stato l’inviato delle “Iene” Luigi Pelazza che, dopo le segnalazioni di molti concorrenti del concorso sulla mancata assegnazione dei premi, si è messo a scavare arrivando nella provincia veneziana. La pubblicità del concorso apparsa sulla copertina di molte riviste sportive invitava a grattare il tappo della bottiglia disegnata per scoprire se si aveva vinto uno dei premi in palio.

Tutti i tappi disegnati sulle pagine risultavano vincenti e per conoscere il premio si doveva chiamare un numero di telefono al costo di 15 euro. Una pioggia di telefonate che ha fruttato un milione di euro agli ideatori ma nemmeno un premio ai concorrenti. Una truffa in piena regola. Seguendo le indicazioni riportate sul concorso Pelazza è finito in un paesino del rodigino nella sede della società. Uffici vuoti e nessuno in paese che sapesse dare indicazioni sui titolari. La verifica al registro delle imprese ha spostato i riflettori su Chioggia dove risultava risiedere l’amministratore delegato della società. Un ragazzo, un certo Mattia, che si è subito dichiarato estraneo alla truffa ammettendo di aver accettato l’incarico, per miseri 500 euro, senza sapere nulla del concorso.

In pratica Mattia è stato usato come “testa di legno”. Su invito di Pelazza il giovane ha accettato di indossare una microcamera e di incontrare uno degli organizzatori, residente nel rodigino. L’uomo ha spiegato che i soldi incassati finivano in Inghilterra e da lì, tramite una finanziaria, in Svizzera e gli ha suggerito di vendere la società per uscire “pulito” da tutta la faccenda. Ma a Chioggia si torna nuovamente perché uno dei tre soci dell’impresa milionaria è proprio un giovane della città, un certo Doria.

Ora tutta la vicenda è passata nelle mani della guardia di finanza, a cui si è rivolto Mattia autodenunciandosi.

Elisabetta Boscolo Anzoletti

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