Duca d’Aosta, assolti dal falso in bilancio
VENEZIA. Erano accusati di aver falsificato i bilanci ma i vertici della nota società di abbigliamento Duca D’Aosta - e la stessa società - sono stati assolti perché il fatto non costituisce reato. La decisione è stata presa ieri dal giudice Massimo Vicinanza al termine del rito abbreviato nel corso del quale l’accusa aveva chiesto una condanna a 6 mesi. Le accuse di aver falsificato il bilancio erano state mosse dalla procura nei confronti di Giuliano Ceccato, vice presidente della società (difeso dall’avvocato Renzo Fogliata) e Alberto Bozza, amministratore delegato (difeso da Fabio Pinelli) e, per ciò che riguarda la disciplina sulla responsabilità penale delle aziende, nei confronti della stessa società, la Duca D’Aosta spa (difesa dall’avvocato Novella Disopra, per il reato di false comunicazioni sociali. Stando al capo di imputazione i vertici della società avrebbero occultato «ingenti passività e la complessiva condizione di grave squilibrio economico e finanziario della società (che avrebbe comportato la richiesta di auto-fallimento)» relativamente al bilancio approvato nel giugno del 2015. Stando all’accusa cioè l’aver sopravvalutato l’attivo circolante nella misura di poco più di 2 milioni e 200 mila euro, avrebbe «indotto in errore i creditori e altri circa l’esistenza di un patrimonio netto positivo dichiarato falsamente in 1.725.193 euro mentre risultava negativo». In particolare i vertici avrebbero sovrastimato di circa 2 milioni di euro il valore delle merce a magazzino. La difesa ha sostenuto che non vi fosse bisogno di falsare il bilancio perché l’azienda era solida, e che la corrette valutazione delle merce è stata confermata dalla successiva vendita di un parte della merce stessa, avvenuta a un prezzo più alto di quanto messo in bilancio. Il giudice Vicinanza dopo aver ascoltato, su richiesta della difesa, i consulenti tecnici per ricostruire con precisione le poste contestate messe a bilancio, si è convinto che nei comportamenti dei vertici non si possa ravvisare il reato. —
Francesco Furlan
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