Doppio sciopero, Tribunale paralizzato

Questa settimana l’astensione degli avvocati penalisti, la prossima settimana lo sciopero della magistratura onoraria. Inevitabile la brusca battuta d’arresto per il tribunale di Venezia per i prossimi 15 giorni, al pari di quello che succederà nei palazzi di giustizia di tutta Italia. I motivi dello sciopero delle due categorie sono chiaramente diversi, ma il risultato sarà il medesimo: tutte (o quasi) le udienze rinviate, celebrati solo i processi per direttissima, oltre che le udienze di convalida e di garanzia e quelle in cui gli imputati sono detenuti.
Gli effetti dell’astensione degli avvocati erano chiaramente visibili già ieri mattina, primo giorno dello sciopero: processi rimandati ai prossimi mesi, aule e corridoi pressoché deserti. L’astensione degli avvocati, decisa dalla giunta dell’Unione delle Camere penali italiane e sostenuta dalla Camera penale veneziana, durerà fino a venerdì 14. Al centro dello sciopero, l’approvazione al Senato del disegno di legge con le modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e all’ordinamento penitenziario. Il “no” degli avvocati è rivolto in particolare all’introduzione del processo a distanza, alla sospensione della prescrizione e all’aumento della pena minima per furto, rapina e voto di scambio. Si tratta della seconda settimana di astensione degli avvocati dopo quella scattata il 20 marzo. La situazione da allora non è cambiata, tanto che l’Unione delle Camere penali italiane ha rinnovato la protesta.
Da martedì 18 a venerdì 21, invece, seconda settimana di astensione, dopo quella del 20 febbraio, per giudici onorari, vice procuratori aggiunti e giudici di pace, ovvero laureati in giurisprudenza che svolgono funzioni di pubblici ministeri e giudici in processi per reati quali furti, violazioni urbanistiche, truffe, lesioni, agevolando così lo smaltimento dei fascicoli giacenti e permettendo ai magistrati togati di concentrarsi su indagini e procedimenti più complessi. A Venezia sono in servizio in 14 e tutti aderiranno allo sciopero (in occasione dell’altro sciopero, invece, un vpo aveva scelto di lavorare), così come i 6 giudici di pace. Nel mirino, la riforma a cui sta lavorando il Ministero per modificare radicalmente l’attività di queste figure strategiche per l’attività dei tribunali, riducendo il loro impegno senza dare garanzie. Da un lato non si possono fare stabilizzazioni, dall’altro nemmeno nomine. La situazione è in stallo da mesi e gli avvocati-magistrati tornano a farsi sentire. Si asterranno dalle udienze davanti al tribunale monocratico, con il risultato che per la celebrazione di una minima parte dei processi l’accusa verrà rappresentata dai pubblici ministeri togati e il resto dei procedimenti verrà fatto slittare. Sarà invece paralisi totale al giudice di pace. (ru.b.)
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