Dolo, disabile bloccata in ascensore: 40 minuti di paura in ospedale

È accaduto a Tecla Tosatto di Scorzè, accompagnata dal figlio per fare il vaccino. «La cabina si è fermata ed è stato difficile farmi uscire seduta in sedia a rotelle»
Tecla Tosatto di Scorzè
Tecla Tosatto di Scorzè

SCORZÈ. Un pomeriggio da incubo, rinchiusa per 40 minuti dentro a un ascensore assieme al figlio e a un signore, salito al piano successivo rispetto a loro. Lunedì 19 aprile Tecla Tosatto di Scorzè era andata all’ospedale di Dolo per essere vaccinata ma ci è arrivata con un’ora di ritardo. Non per colpa sua, ovviamente.

La donna ha 67 anni, è disabile ed è considerata soggetto a rischio. Non cammina, da novembre 2018 si muove con una carrozzina perché affetta da mielodisplasia con amputazione del piede sinistro per ischemia.

«Avevo appuntamento alle 16.50 al quinto piano dell’edificio», racconta la signora, «e sono stata accompagnata da mio figlio Giacomo con il pulmino dei volontari dell’associazione di Scorzè, Anteas Avas. Al piano intermedio sale un signore di 74 anni, anch’egli convocato per il vaccino. Saliamo per un po’, quando l’ascensore si blocca. Ci troviamo davanti al muro e abbiamo a provato a far suonare l’allarme, inutilmente. Non le dico cos’ho provato in quel momento, tra scene di panico».

I tre hanno iniziato a urlare e a chiedere aiuto, finchè una donna non ha sentito le grida e si è rivolta al personale interno per informare dell’accaduto. Intanto dentro si vivevano minuti di grande tensione.

«Siccome quelle porte non si aprivano», continua la donna, «sono riuscita a chiamare i vigili del fuoco, nonostante i dipendenti dell’ospedale ci avessero chiesto di non farlo, perché stavano provando a sbloccare l’ascensore».

Così è stato ma le operazioni di uscita non sono state per nulla facili: c’era un dislivello di un metro e la signora, da quella carrozzina, non può alzarsi.

«L’uomo che era con noi», fa sapere la signora, «è uscito per primo, anche per liberare spazio e aiutarci da giù, mio figlio è rimasto con me. Essendo diventato un grosso problema calarmi, la carrozzina è stata girata e un po’ alla volta, con l’aiuto dei presenti, sono riuscita ad arrivare al piano. Sono stati dei momenti davvero brutti, interminabili, perché non vi dico il terrore che potesse succedere qualcosa di brutto».

Solo poco prima delle 18, dopo averla scampata bella, l’incubo per il terzetto è finito e la donna ha potuto raggiungere il quinto piano per essere vaccinata. Ovviamente con un altro ascensore. —
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