«Diventerà il più famoso Museo ebraico al mondo»

Presentato il progetto di ampliamento, quattro anni di lavori, raccolti 9 milioni Tra le novità, saranno esposti quattromila appunti originali scritti dai rabbini

Non sarà un museo in senso stretto perché per la comunità ebraica tutto è vita, anche quella delle opere, concepite per essere ammirate, ma anche utilizzate. Quello che diventerà nel 2024 l’attuale Museo Ebraico sarà invece un inno alla convivenza, all’apertura tra i popoli e il luogo che meglio al mondo racconterà la storia degli ebrei e la nascita del Ghetto di Venezia, avvenuta ben 504 anni fa. Ieri è stato presentato il progetto dello studio veneziano APLT (Alessandro Pedron e Maria La Tegola) di ampliamento e riqualificazione del Museo Ebraico che integrerà altre cinque unità immobiliari alle undici attuali, incluso il più grande complesso di sinagoghe rinascimentali del mondo, la Canton, l’Italiana e la Tedesca. Gli spazi verranno ampliati da 1.200 a 2.000 metri quadrati valorizzando l’ingresso, ora poco visibile, con il Campo del Ghetto. «È un progetto importantissimo per noi ebrei veneziani, ma anche per gli ebrei internazionali e per la città perché è la storia di un mutuo soccorso nato dalla discriminazione e concluso con la convivenza» ha detto l’attuale direttrice Marcella Ansaldo raccontando il luogo espositivo nato nel 1954. «Per questi motivo vogliamo che il Museo sia la testimonianza della comunità, ma anche del messaggio che non ci sono differenze». Per adesso, grazie al duro lavoro di reperimento fondi portato avanti da David Landau, già presidente dei Musei Civici e ideatore de Le stanze del vetro, è stato raccolto il 60% della somma totale che sarà di nove milioni . Quanto basta per avviare i cantieri a ottobre, dopo le feste ebraiche, permettendo al Museo di rimanere aperto nel corso dei lavori che dureranno tre anni. «Diventerà il più famoso museo Ebraico al mondo» ha detto Landau, spiegando inoltre gli interventi di restauro conservativo ed estetico che verranno realizzati, a partire dalla struttura logorata nelle fondamenta dal sale passando poi per il risanamento delle crepe dei muri e la livellazione dei pavimenti. Oltre a Save Venice, i magnati che per adesso hanno effettuato delle donazioni sono una ventina, metà americani e il resto europei, a oggi nessun italiano. La somma più grande è stata devoluta dall’imprenditore Ronald Lauder, a capo del World Jewish Congress, presente in diretta streaming, come Landau e il presidente della comunità ebraica Paolo Gnignati che ha detto che il Museo diventerà un luogo di produzione culturale. Da sei anni si voleva riqualificare il Museo, ma il vero progetto è nato quattro anni fa ed è stato portato avanti grazie anche all’amministrazione comunale che, come ha spiegato il sindaco Luigi Brugnaro, ha velocizzato pratiche burocratiche. Dopo l’approvazione della Soprintendenza, la Giunta ha deliberato il progetto, ora dovrà passare in consiglio comunale.

Tra le novità quella della valorizzazione della biblioteca e dell’archivio di libri antichi, molti con gli appunti originali dei rabbini, che ammontano a 4.000 e non sono stati mai esposti e la ristrutturazione di un appartamento che mostrerà al pubblico come vivevano gli ebrei quando arrivarono a Venezia. Una storia che appartiene a un passato che non si vuole dimenticare, ma testimoniare guardando al futuro con un messaggio di pace. —

Vera Mantengoli

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