Dai Temporary Shop ai saldi su prenotazione I negozi del centro alla prova del Natale

In Galleria Barcella e via Mestrina molti i negozi aperto per pochi giorni La Confesercenti: «Il commercio cambia, ma è il sintomo della crisi» 

IL CASO

Con il Natale, Mestre, nel solco delle svendite no-stop e delle promozioni spinte, si riempie di temporary shop, outlet e nuove frontiere per invogliare i clienti ad acquistare. Non bastano le luminarie, l’albero di Natale e le decorazioni. Le festività natalizie sono il periodo dell’anno in cui si chiudono i bilanci e si abbassano, talvolta, le serrande, lanciando svendite e liquidazioni. Una sorta di canto del cigno per i negozi che hanno intenzione di chiudere, mentre per chi arranca è un periodo in cui si cerca di vendere il più possibile, possibilmente anticipando i saldi alle porte. Dal “Black Friday” e fino a fine anno, ribassi svendite e promozioni celate sotto trovate più e meno pubblicitarie, sono all’ordine del giorno.

DINO SELLIER RIAPRE

Uno dei negozi di scarpe più famoso della città, all’angolo tra la galleria Teatro Vecchio e via Mestrina dove aveva il suo laboratorio lo stilista Dino Sellier mancato ad agosto del 2018, torna ad aprire i battenti oggi. La boutique è chiusa da allora, e riaprirà solo per una liquidazione totale che sta creando molte aspettative nei vecchi clienti. Il negozio svuota tutto per poi chiudere, rimarrà aperto sotto forma di “temporary” fino all’11 gennaio, ma è probabile che i capi andranno venduti i pochi giorni.

PRENOTA IL SALDO

Da Bibi Calzature in via Mestrina, ci sono dei curiosi avvisi che tappezzano le vetrine del negozio: «Non aspettare, prenota sin da subito le tue scarpe per i saldi che avranno inizio il 5 gennaio». Una new entry per catalizzare vendite prima di Natale, o ancora per “capitalizzare” in attesa delle svendite. Un invito a non farsi sfuggire l’occasione e “prenotare” le calzature ancora prima che inizino le svendite invernali. Ci sono negozi che chiudono come Echo, sempre in via Mestrina, che annuncia svendita totale e sulla vetrina ha già posizionato il cartello “affittasi” e chi, invece, come la boutique storica di via Pio X, Missioni by Chiara, ha acquistato merce di campionario (capi unici) che mette in vendita a metà prezzo: «Le persone amano la qualità» spiega la titolare «ecco perché il campionario scelto e selezionato». Ma c’è anche chi apre, come Carpisa, che dopo mesi di chiusura, ha riaperto nello stesso posto di prima, in via Olivi. Temporary “natalizi” ne sono fioriti un po’ dappertutto, è il caso di galleria Barcella, dove da qualche anno a Natale prendono casa boutique in cui è possibile acquistare oggettistica legata alle feste di Natale.

LA LETTURA

«Il commercio cambia», spiega Maurizio Franceschi, direttore di Confesercenti metropolitana Venezia-Rovigo, «i “temporary” sono figli delle desertificazione, sono la dimostrazione di come ci siano oramai delle modalità di vendita dettate dalla crisi dei consumi. E fortunatamente ci sono, perché rispetto a buchi vuoti e vetrine spente, specialmente a Natale, rafforzano l’immagine del commercio cittadino. Tuttavia sono il sintomo di una crisi che si sta aggravando. Oggi non ci sono segnali di ripresa, ed anzi su questa crisi si sono innestati altri fenomeni entrati in campo con prepotenza, come il commercio elettronico». «In quanto alla scontistica sappiamo che c’è il caos totale, l’acquisto è legato alla promozione, si acquista solo con lo sconto e l’offerta si è adeguata a una tendenza che è affermata e diffusa. Si fa lo sconto quando non si potrebbe o con nuove formule, come quella di prenotarlo».

Marta Artico

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