Da Campovolo a Padova cantando il “Sud” del mondo
PADOVA. «Non c'è figlio che non sia mio figlio né ferita di cui non sento il dolore». Fiorella Mannoia, la rossa, canta così il “Sud” del mondo. L'empatia nei confronti di chi abbandona la propria terra in cerca di un futuro migliore e il fascino della cultura in tutti i luoghi del mondo sono al centro del suo tour e del suo ultimo disco, intitolato appunto “Sud”. Sarà a Padova il 6 ottobre per tenere a battesimo la stagione del Gran Teatro Geox ma nei suoi occhi azzurri è ancora forte il ricordo del 22 settembre scorso. Assieme agli altri big di “Italia Loves Emilia” è salita sul palco di fronte a una marea umana.
«La notte prima non ho dormito» racconta «È stata un'esperienza che non posso descrivere con le parole. Dopo le 60mila persone viste a San Siro con il concerto delle Amiche per l'Abruzzo pensavo di aver visto tutto, quando mi ricapita? mi ero detta. A Campovolo ho realizzato che non avevo ancora visto niente.»
Come è nato il duetto con Giuliano Sangiorgi, “Anna e Marco” in omaggio a Lucio Dalla?
«C'era grande adrenalina ma anche tanta serenità, un senso di unità tra colleghi, voglia di condividere l'esperienza e inventare qualcosa di speciale. L'omaggio a Lucio Dalla è stato deciso la sera prima, niente era studiato a tavolino, tutto è nato dalla volontà di far divertire le persone davanti a noi».
Un evento storico, quasi un “live aid” all'italiana, che ci fa ricordare quale ruolo può avere oggi la musica. Ma per Fiorella Mannoia, da sempre cantante impegnata socialmente, le canzoni possono davvero cambiare il mondo?
«Non l'ho mai pensato. Sarebbe troppo presuntuoso. Oggi c'è un'enorme distanza dei governi dai problemi reali, noi facciamo del nostro meglio: possiamo raccogliere un po’ di fondi, ricostruire una scuola. La cosa più importante che possiamo fare è usare la nostra popolarità per accendere i riflettori su un determinato problema. Ogni messaggio positivo è un piccolo seme piantato. Cambiare davvero le cose è una sfida troppo grande».
Il 3 aprile il pubblico di Padova le ha tributato una standing ovation. La data del 6 ottobre, chiesta dai fan, arriva anche per sua esplicita richiesta. Che nel profondo Nordest ci sia voglia di “Sud”?
«Pubblico padovano o siciliano poco cambia, penso che tutti apprezzino il fatto che “Sud” è un disco di fratellanza, che unisce e non divide. Obiettivo delle canzoni è far conoscere una realtà diversa che spesso emerge con difficoltà».
Un atto d'accusa contro i “leghismi”?
«Chi dice “ributtiamoli a mare” o “mandiamoli a casa” semina odio. Che ci piaccia o no il futuro sarà multietnico e non ci sarà nessuna legge Bossi-Fini e nessun reato di immigrazione che possa fermare questi popoli. Nei loro paesi sono invischiate aziende petrolifere anche italiane, produttori di armi anche italiani, cacciatori di diamanti anche italiani. Il nostro benessere si basa sul loro sfruttamento, non dirlo è semplice vigliaccheria, così come pensare di rispedirli indietro».
Con chi vorrebbe fare il prossimo duetto, magari scegliendo tra le nomination della Targa Tengo?
«Adoro Vinicio Capossela, ma forse è una speranza vana, non credo che scriva mai per nessuno, è molto solitario».
Qual è l'ultima cosa che fa prima di andare a letto?
«Leggo un libro, oppure scrivo su twitter».
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