Umilia la madre per 17 anni, scatta il divieto di avvicinamento
Nei guai un 48enne di Concordia con problemi di alcolismo: è accusato di atti persecutori nei confronti della madre ultraottantenne

Qualche spintone, ma soprattutto comportamenti vessatori, umilianti. «Devi farmi da mangiare, il bucato. Perché sei andata via? Lo sai che devi farmi da mangiare a quest’ora».
Frasi che, ripetutamente, venivano rivolte all’anziana mamma. Un 48enne con problemi di alcolismo è stato accusato di atti persecutori nei confronti della mamma di 81 anni. Una situazione che si trascinava fin dal 2008. Gli è stato applicato il braccialetto elettronico.
La denuncia
La donna non ce l’ha fatta più e si è rivolta ai carabinieri della compagnia di Portogruaro lo scorso 8 luglio. Il figlio, con problemi di alcolismo, viveva nell’ozio e pretendeva di essere mantenuto e servito. Non è mancata nemmeno l’aggressione fisica, come riportato nei verbali.
I carabinieri, su disposizione della Procura, hanno dato esecuzione alla misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa con divieto di comunicazione con la stessa, emessa appunto dal Gip presso il Tribunale di Pordenone, nei confronti del 48enne concordiese, presunto responsabile di atti persecutori nei confronti dell’anziana madre.
Le indagini
Gli elementi investigativi raccolti hanno permesso di ricostruire accuratamente la vicenda e documentare le condotte persecutorie poste in essere dal 48enne che, presumibilmente sotto l’effetto di sostanze alcooliche, in più occasioni avrebbe minacciato anche di morte l’anziana donna.
Questi comportamenti di sopraffazione e le continue umiliazioni ai danni dell’anziana mamma hanno reso necessaria l’emissione da parte dell’autorità giudiziaria del provvedimento, al fine di evitare la reiterazione delle condotte persecutorie ad opera dell’uomo, che sembrerebbe non avere alcuna considerazione della veneranda età e della grave patologia di cui soffre la mamma.
La conclusione del procedimento
Il procedimento penale non risulta concluso e la colpevolezza del soggetto dovrà essere accertata con sentenza irrevocabile, presumibilmente nelle prossime settimane.
I due vivranno nello stesso palazzo, in due unità abitative diverse, ma al momento la mamma, sentendosi più al sicuro, risiede in un’abitazione diversa, lontana dall’uomo.
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