Concerto di Capodanno alla Fenice. «Abbasso la marcia di Radetzky»
Non solo audience: la tradizionale rivalità con Vienna si colora quest’anno di un motivo in più

VENEZIA
. Un concerto di Capodanno da tutto esaurito alla Fenice, che oltre ad essere ricco di emozioni dal punto di vista artistico si riempie anche di significati ma anche di polemica. Se da un lato c'è un direttore d'orchestra giovane e apprezzato come Daniel Harding che si domanda come è possibile che in Italia la cultura sia messa così a repentaglio dal taglio dei fondi e dall'altro lato il sovrintendente Cristiano Chiarot fresco di nomina che cita i moti risorgimentali punzecchiando i «concorrenti» viennesi con tanto di rievocazione del feldmaresciallo austriaco Josef Radetzky nell'anno dei festeggiamenti per il centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia.
Se Rai Uno manderà in onda alle 11.15 il concerto della Fenice, alle 13,30 sul secondo canale Rai ci sarà invece il concerto di Capodanno di Vienna, con appunto la «Radetzky Marsch» di Johann Strauss padre, proprio quel Radetzky che da governatore austriaco è divenuto simbolo dell'occupazione in Italia nell'800 e che anche a Venezia ha lasciato di certo il segno.
«Quest'anno alla Fenice si potrà ascoltare un vero e proprio inno ai moti risorgimentali, un omaggio impegnato alla vita e alla storia del nostro paese, mentre dall'altra parte (Vienna ndr) hanno messo Radetzky», ha spiegato Chiarot. Che il concerto sia sotto lo spirito dell'unità nazionale ci penserà a ricordarlo l'invito del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di far svolgere l'inno di Mameli prima del concerto, invito che è stato accolto e che andrà anche quindi sugli schermi della rete ammiraglia della Rai.
Nella scaletta del concerto di Capodanno troviamo Vincenzo Bellini, Giuseppe Verdi con «I lombardi alla prima crociata» e il «Rigoletto», ma anche «La Traviata» e «Otello». Sempre di Verdi chiuderanno il concerto il «Nabucco» e un nuovo brano della Traviata «Libiam ne' lieti calici». Proprio il direttore d'orchestra, che già in passato con l'orchestra della Scala di Milano aveva diretto a Venezia, ora sarà protagonista con l'orchestra della Fenice. Ha definito Venezia per lui come Nuovo mondo, facendo un gioco di parole proprio con una delle opere che andranno eseguite di Antonin Dvorak, che è proprio «Dal Nuovo Mondo».
Un Teatro la Fenice che continua quindi il suo tradizionale evento di Capodanno diviso in tre date ovvero quella di ieri che si è aperta alle ore 20, con quella di oggi a partire dalle ore 16 e quella di domani che sarà appunto dalle 11.15. E la soprano Désirée Rancatore nel raccontare la sua esibizione, ha evidenziato come «Cantare alla Fenice è sempre emozionante e motivo d'orgoglio, in un luogo importante per la mia carriera dove all'esordio in questo teatro gli applausi sono stati moltissimi».
Che la situazione dei teatri in Italia a causa della mancanza di fondi sia grave lo ribadisce il giovane basso baritono Luca Pisaroni, italiano che abita a Vienna, debuttando a 26 anni al Festival di Salisburgo con i Wiener Philamoniker. «Rifiuto il passaggio che la musica deve portare guadagno, la musica è un'arte che deve andare rispettata per quello che è senza pensare al profitto, è davvero triste quello che sta succedendo».
Se a Vienna il teatro principale è un punto di riferimento per i turisti che quotidianamente lo frequentano, con una media quotidiana del 96 % dei posti occupati, in Italia la strada per avere questi numeri è ancora lontana, ma non per la carenza di pubblico, sempre numeroso ma quanto per quelle risorse che non riescono neppure a fare una programmazione economica per l'anno che verrà, dovendosi così piegare alla legge del turista per le visite guidate nel teatro anche durante le prove, con il rischio di disturbare chi le esegue, per portare quei soldi che nonostante tutto permetteranno di mandare avanti una delle istituzioni culturali più importanti della città.
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