Como superstar, Venezia, che frustata!

COMO. Lo sfondo romantico del lago, le luci soffuse di un impianto d’illuminazione che più che da stadio sembra da piano bar, insomma una bella cornice per una domenica che invece ci mette pochissimo a diventare un incubo. Tre palloni sulla groppa del Venezia, e magari tre palloni sono tanti, il punteggio è una frustata sulla schiena e fa un male boia.Vince il Como 3-0 e una cosa va detta subito, anche per evitare malintesi: questo Como è la miglior squadra incontrata finora dal Venezia e molto probabilmente è anche una delle migliori squadre del campionato. Ben messa – Giovanni Colella sta facendo un bel lavoro – capace di gestire con sapienza un risultato favorevole e poi anche dotata di uno-due giocatori che ti inventano la giocata vincente, quella che da la svolta alla partita. Totale, il 3-0 è pesante, ma perdere qui al “Sinigaglia” ci sta, è successo stavolta al Venezia ma succederà spesso anche ad altre squadre. Incubo. Quelli che fanno i titoli furbi sui grandi giornali avrebbero vita facile: Venezia, Le Noci sullo stomaco. Fatto sta che Giuseppe Le Noci, talento da tiramisù e cognome da frutta secca, quando incontra il Venezia diventa un fuoriclasse. Dal suo piede partono tutti i suggerimenti per i gol, oltre ad un calcio di punizione telecomandato con palla che vola sopra la barriera e si adagia poco sotto l’incrocio dei pali. Aveva fatto gol anche l’anno scorso, in casa e al Penzo, e provocato qualche mal di testa anche in precedenza. Occasioni. 3-0 e allora disastro, penserà qualcuno che non ha visto la partita. Disastro no, maluccio forse sì, fermo restando che il Venezia perde con una signora squadra. Attacco senza unghie, molliccio, ecco cosa non è andato bene sul lago di Como. Reazione blanda, leggi l’elenco degli ammoniti e ti pare che il Venezia abbia bastonato gli avversari, invece non è così. Espinal si è mangiato un gol con un rasoterra debole, sarebbe dura dare un voto al portiere del Como. Como più concreto, in grado di colpire al momento giusto e poi di amministrare i tre punti. Differenza. Le Noci inventa la punizione alla Platini (con tutto il rispetto, sia chiaro), Bellazzini di punizioni dal limite dell’area ne ha tre ma non centra la porta. Differenza di piede? Magari solo differenza di “episodi”, in genere si dice così – fatto sta che il Como le giocate vincenti se le crea e se le realizza. I gol. Il vero capolavoro, comunque, sta nell’1-0 del Como. Nasce da una punizione apparentemente insignificante a centrocampo, solo che qualcuno del Venezia perde tempo in proteste, in difesa non pensano intanto a mettersi a posto, Le Noci batte a sorpresa e mette il pallone da trenta metri sul dischetto, tra i centrali e Zima. Di Sousa o sapeva da prima, arriva nell’istante giusto e inventa un pallonetto da manuale del calcio, altro che le esagerazioni di Altafini. E dà la svolta. Poi Le Noci fa il 2-0 e nel finale, con il Venezia luminoso come i riflettori, cioè quasi spento, Marino inventa il retropassaggio bomba che inchioda Zima, Defendi ne approfitta e mette dentro a porta vuota per il pesante castigo. Lago addio, meglio l’aria di laguna.
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