Coin, l’ultima speranza appesa alla proroga

Ieri muro contro muro in Regione. A marzo il Tribunale del lavoro deciderà se concedere il rinvio
Interpress/Gf.Tagliapietra. 15.10.2015.- Inaugurazione Coin.
Interpress/Gf.Tagliapietra. 15.10.2015.- Inaugurazione Coin.

VENEZIA . Muro contro muro tra Coin inquilino e Coin proprietà. L’incontro di ieri in Regione ha ribadito la distanza tra le parti e, a oggi, l’impossibilità di arrivare a un accordo a fronte di quasi un milione di differenza tra quello che chiede la Drizzly di Paola Coin (tre milioni il canone annuo) e quello che è disposto a dare il Gruppo Coin srl (2 milioni e 100 mila euro) per continuare a restare nella storica sede di Rialto.

L’ultima possibilità è ora appesa alla decisione del tribunale del lavoro – attesa per metà marzo – al quale il Gruppo Coin aveva presentato richiesta di proroga di occupazione dell’immobile per almeno sei o dodici mesi. Sei o dodici mesi durante i quali si vedrà se c’è spazio di riavvicinare le parti. «Il braccio di ferro è durissimo» dice Boraso, senza nascondere la sua amarezza «e in mezzo, oltre a una città che non vuole perdere un’attività che ha 70 anni di storia, ci sono 94 posti di lavoro».

Alla vigilia della scadenza del contratto (il 28 febbraio) Coin srl, attraverso una nota, «prende atto che non vi sono le condizioni per una prosecuzione della trattativa. A fronte della richiesta di aumentare il canone di circa cinque volte rispetto alla cifra stabilita dall’attuale contratto, e nonostante i ripetuti tentativi da parte di Coin srl di raggiungere un’intesa, la proprietà non si è dimostrata disponibile ad individuare una soluzione. La rinuncia da parte della proprietà ad un confronto diretto con i massimi rappresentanti dell’azienda, inoltre, dimostra ulteriormente l’intenzionalità a non pervenire ad alcun accordo diverso da quello proposto».

All’incontro di ieri – presenti i rappresentanti di Coin, l’assessore Boraso, i dirigenti di Regione e Città Metropolitana, le tre sigle sindacali con Fabio Marchiori di Uiltucs, Monica Zambon di Filcams Cgil e Daniele Cerato di Fisascat Cisl, assente il Gruppo Grizzly – l’unico passo avanti è stato quello in vista della decisione di marzo del tribunale, che resta comunque una panacea e non la soluzione.

«Le parti sono ancora distanti da un punto di vista economico ma ci auguriamo che i prossimi incontri fra i rispettivi legali possano smussare le posizioni» si legge in una nota dei sindacati «attendiamo l’esito della richiesta di sospensiva dello sfratto che dovrebbe portare ad una proroga di almeno 6 mesi. Ci auguriamo che al prossimo incontro in Regione partecipi questa volta anche la proprietà (che fino al 2015 era anche azionista di Coin e quindi anche datore di lavoro) dimostrando quella sensibilità e rispetto che le 94 lavoratrici e lavoratori con le loro famiglie si aspettano da chi è legato alla stessa città».

Manuela Pivato



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