Cibo da casa per sfamare la figlia: mamma allontanata dal ristorante

Mestre, la piccola con intolleranze alimentari portata in auto per consumare il pasto. Roadhouse chuiede scusa

Va a cena da Roadhouse in via Ceccherini con la bimba di un anno e mezzo, ma è costretta a farla mangiare in auto perché al ristorante le viene detto che non si possono portare i cibi da casa, neanche per un neonato.

Il web corre veloce, così come i commenti su una catena che nel suo Dna ha proprio l’apertura alle famiglie (colori e matitine per i bimbi, una giornata in cui i ragazzini mangiano gratis, area giochi e via dicendo) e che ci tiene a fare passare questa immagine.

Giulia Maria Majer, il marito, il suocero e la bimba lunedì sera si sono recati da Roadhouse. Ma quando è stato il momento di dar da mangiare alla figlia di un anno e mezzo la donna si è sentita dire da una responsabile: «No signora, non può portare cibo da fuori». «Mi sono vergognata tantissimo, sono timida», racconta.

«Ho guardato mio suocero e siccome non volevo rovinare la serata a nessuno ed ero già viola per l’imbarazzo, sono andata in auto come una profuga a far mangiare la bimba (un po’ di prosciutto). Ma poi a 17 mesi cosa si ordina in una steakhouse, la costata? La signora è stata inflessibile, mi ha lasciato andare fuori, salvo poi, dopo le proteste di mio marito, offrirci la cena, offerta che abbiamo rifiutato».

Facebook, però, non perdona. Sul gruppo di mamme e sul profilo ufficiale della catena, il marito ha postato la sua amarezza: «Dopo anni che sono vostro cliente mia figlia di un anno e mezzo con intolleranze alimentari è stata costretta a mangiare in macchina perché alla Roadhouse di Mestre non si possono mangiare cibi portati da casa. Bambina di un anno e mezzo e moglie umiliate e in macchina per mangiare, nessun regolamento esposto e alla fine hanno cercato di offrire la cena. Mi spiace, l’umiliazione non si ripaga con una cena».

Pronta la risposta della catena di ristoranti: i responsabili hanno spiegato che si è trattato di un errore umano e dell’iniziativa personale di una dipendente che ha applicato la normativa sull'igiene alimentare Haccp in modo sbagliato. Roadhouse ha riposto pubblicamente sulla pagina Fb e in privato alla cliente, che è stata contattata al telefono per le scuse ufficiali.

«Non è la nostra politica, anzi, siamo convinti che sia stato un episodio increscioso e concordiamo con la cliente in tutto e per tutto: il nostro regolamento non prevede nulla di simile e i ristoranti sono responsabili solo del cibo che preparano. Siamo un ristorante per famiglie, pieno di bambini, anzi, abbiamo 90 ristoranti per famiglie in Italia. È stato un errore umano di un dipendente, tutti sbagliano e chiediamo scusa. Alle nostre dipendenze abbiamo 1.500 operatori, l’errore può accadere. La persona è stata troppo zelante nell'applicare le regole, siamo mortificati».

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