Chiuso in un deposito l’albero di Natale del vetraio di Murano

E’ stato dimenticato in un magazzino dopo aver girato l’Italia. Cenedese: «Sarebbe giusto che tornasse nella sua isola»

MURANO. Il Natale di Murano rinchiuso a chiave nel buio di un deposito di Mestre. Un’immagine mesta in queste festività rese cupe dal Covid e dai mille ostacoli, al solo pensiero della diffusa dall’opera del maestro vetraio Simone Cenedese che per anni ha colorato le festività in laguna.

Un’immagine che stona doppiamente dopo la ridda di critiche e polemiche sulla discussa installazione artistica di Maurizio Plessi in piazza San Marco. Quell’albero digitale che, comunque la si veda, ha fatto parlare di sé, finendo addirittura sommerso (e ancor più fotografato) nell’alta marea degli ultimi giorni. E così oggi sono in tanti, online ma anche passeggiando per le calli, a chiedere che quei rami sgargianti realizzati in vetro soffiato tornino a colorare il Natale in città. Se non in piazza San Marco, almeno a Murano.

«E fa piacere che le testimonianze di questi giorni arrivino proprio dai muranesi, ci tengo a ringraziarli», sottolinea Cenedese. Nato nel 2006 come tributo all’isola del vetro, si tratta di un albero alto otto metri e mezzo, più di tre metri di diametro e 3,5 tonnellate di peso, realizzato intorno a una struttura di acciaio dove sono stati inseriti circa un migliaio di tubi in vetro soffiato multicolore. Installato in campo Santo Stefano, dopo l’inaugurazione l’opera ha iniziato a girare l’Italia.

È stato esposto a Ferrara, a Lucca, e in altre piazze dello stivale. A suo posto, per dieci anni è comparsa la celebre stella in vetro, opera dello stesso Cenedese, poi rimossa dopo l’ennesimo verbale di di occupazione di suolo pubblico Fino al ritorno a casa, nel 2018, e la sua definitiva rimozione a ottobre 2019. Il motivo? Lavori alle tubature del gas. Finché, di recente, quell’albero è stato tirato di nuovo in ballo in un’ipotetica competizione con Plessi.

«Ma a me dispiace per questa polemica sterile, ci sono passato anch’io», il commento del maestro vetraio, «sono convinto che se avessero scelto il mio, la polemica sarebbe nata ugualmente. Piace di più il classico abete, e non si può pretendere di mettere d’accordo tutti, soprattutto quando si fa arte». E un ritorno a San Marco? «Per me sarebbe un onore, anche farlo tornare a Murano. Ma non spetta a me. Speriamo di festeggiare al meglio il Natale del 2021. In tutti i sensi». —

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