Cedimento del palco Fran Tomasi e soci chiedono 340 mila euro

Spettatori in Piazza San Marco, ma il concerto nell’agosto del 2006 saltò per un cedimento del palco
VENEZIA.
Una torre metallica - teneva i riflettori per illuminare il palco - si era piegata pericolosamente e i due concerti di David Glmour, uno dei fondatori dei Pink Floyd, erano saltati. Fran Tomasi, promoter del cantante inglese, e «Venezia spettacoli», la società che aveva organizzato l'evento, hanno chiesto 340 mila euro di risarcimento a «Style Service», che aveva montato il palco.
Ieri, davanti al giudice del Tribunale civile di Venezia Anna Maria Marra sono sfilati alcuni testimoni, tra cui i tecnici che avevano installato palco e torri in piazza San Marco, un lavoro svolto soprattutto di notte per non intralciare il traffico turistico molto intenso nella stagione estiva. I due concerti, infatti, avrebbero dovuto tenersi il 4 e il 5 agosto 2006, poi a causa dell'incidente di percorso Gilmour fu costretto a suonare la settimana successiva, esattamente, sabato 11 agosto e il giorno dopo. Ieri, dopo aver ascoltato le testimonianze, il giudice si è riservato di nominare un consulente tecnico per stabilire quali siano stati realmente i danni subiti, sia quelli che riguardano i costi sopportati dagli organizzatori: avevano dovuto rimborsare tutti gli spettatori che avevano acquistato il biglietto per i due spettacoli (l'informazione che il concerto non si sarebbe tenuto - almeno per il primo - era stata data pochi minuti prima dell'inizio); inoltre, avevano dovuto pagare le maestranze per il terzo concerto, quello effettivamente andato in scena, oltre naturalmente a cantante e musicisti che avevano dovuto ripartire e poi tornare in laguna la settimana successiva. «Venezia spettacoli» ha chiesto un risarcimento di 100 mila euro, mentre Fran Tomasi altri 240 per i danni materiali e d'immagine. Diciassette anni dopo l'invasione dei Pink Floyd Piazza San Marco doveva tornare palcoscenico con David Gilmour. Un doppio concerto che aveva lo scopo della beneficenza (una parte dell'incasso doveva andare infatti a Emergency di Gino Strada) e della riappacificazione del chitarrista inglese con la città, che ancora discetta se la notte del Redentore del 1989 fu un flagello sfiorato o un miracolo riuscito. Figlietti dagli 86 ai 138 euro il biglietto. Il palco era ventotto metri per sedici con copertura in caso di pioggia e un'impianto di illuminazione gigantesco. Poichè la Piazza non era in grado di dare la corrente sufficiente, erano arrivati potentissimi generatori che erano stati sistemati su una chiatta in bacino San Marco. Inizialmente «Venezia Spettacoli» aveva chiesto il sequestro del palco montato dalla ditta di Marcon, ma poi aveva rinunciato, visto che i concerti si dovevano tenere comunque sette giorni dopo. Immediatamente dopo il cedimento della torre in metallo il giudice aveva dato incarico per l'accertamento tecnico preventivo all'ingegner Giuseppe Garbuggio, che ha doviuto esaminare la putrella e la trave che avrebbero ceduto, facendo inclinare pericolosamente la torre che sosteneva fari ed altra strumentazione di notevole peso. Proprio per questo il concerto vera stato sospero e rinviato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Leggi anche
Video