Cassazione, condanna confermata a Casarini

Condanne confermate in via definitiva dalla Cassazione per Luca Casarini e altri 26 no global, che il 20 giugno 2005 occuparono la sede del Magistrato delle acque di Venezia, per protestare contro il Mose, in occasione della visita dell'allora ministro per le Infrastrutture Pietro Lunardi. I reati contestati, a seconda delle posizioni, erano occupazione di edifici pubblici e interruzione di pubblico servizio. La seconda sezione penale della Suprema Corte ha rigettato i ricorsi degli imputati contro la sentenza pronunciata dalla Corte d'appello di Venezia il 22 febbraio scorso, rilevando che «l'interruzione dell'attività lavorativa dell'ufficio si verificò quantomeno a partire dal momento in cui gli impiegati presenti, su richiesta della Polizia, dovettero sgomberare l'edificio prima del normale orario di chiusura. La suddetta interruzione fu univocamente causata dal comportamento degli occupanti, che aveva reso necessario l'intervento della forza pubblica, non avendo voluto desistere autonomamente dall'occupazione nonostante fossero già trascorse almeno due ore e mezza». Per quanto riguarda la sussistenza del reato di occupazione di edifici pubblici, la Cassazione ricorda che la legge richiede solo che «l'invasione sia arbitraria», e dunque,la condotta sia stata «posta in essere senza averne diritto o titolo, senza il consenso dell'avente diritto, oppure senza che sia legittimata da una norma giuridica o da un'autorizzazione dell'autorità competente».
In primo grado, il Tribunale lagunare aveva condannato a sei mesi di reclusione, mentre Tommaso Cacciari era stato condannato a quattro mesi e Michele Valentini a cinque. Era stato, invece, assolto per non aver commesso il fatto il consigliere comunale Beppe Caccia.
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