Case invase dai liquami inquilini querelano l’Ater

CHIOGGIA. I liquami della fogna che risalgono dai water e dai bidè, i tombini che tracimano, i fossi che si riempiono di escrementi spandendo nell'aria un tanfo a dir poco, fastidioso. È la situazione che denunciano gli inquilini delle case Ater di Cavanella d' Adige: una denuncia che non è solo per l'opinione pubblica, ma una vera e propria querela, nei confronti «dei componenti degli uffici Ater che hanno assunto le decisioni» che hanno portato a questo stato di cose, di cui gli assegnatari degli alloggi chiedono l'identificazione.
E tutto ruota attorno a una questione apparentemente banale: chi deve pagare le spese per il funzionamento del depuratore? Il problema, infatti, è che le case popolari in questione sono state costruite in una zona dove non esiste la rete delle acque nere, ma solo quella per le acque meteoriche (o bianche). Questi alloggi, quindi, sono stati dotati di «vasche stagne che raccolgono gli scarichi delle abitazioni e li convogliano verso un depuratore dedicato che le ripulisce al 98%» dice Cristian Vido, portavoce degli inquilini, «mentre tutte le altre 750 abitazioni di Cavanella hanno delle normali vasche biologiche che vengono svuotate una volta ogni anno e mezzo o due».
Ma il sofisticato sistema di smaltimento usato dall'Ater comporta, tra corrente elettrica per il funzionamento del depuratore e manutenzioni varie, una spesa di circa 16.500 euro l'anno di cui l'Ater si è fatta carico per i primi sei mesi. «Lo abbiamo fatto per un periodo, anche per testare il funzionamento dell'impianto», afferma una nota dell'azienda di edilizia pubblica, «dopodiché abbiamo “consegnato” l'impianto di depurazione agli inquilini, ai quali spettano le spese relative».
Di tutt'altro avviso i residenti. «Dei costi di questo impianto non eravamo stati informati prima», dice, «e neppure al momento della stipula del contratto. Per persone a basso reddito, quali siamo tutti noi, si tratta di costi pesanti, ma il punto è che spettano all'Ater perché il depuratore sostituisce la rete fognaria per la quale paghiamo già in bolletta il canone di depurazione. Abbiamo interessato il consigliere regionale Pettenò (di Rifondazione, ndr) che ha presentato tre interpellanze sulla questione e al quale gli uffici regionali hanno detto che quelle spese dovrebbero essere a carico dell'Ater». Sta di fatto che, da mesi, l'Ater non paga la corrente, il depuratore è bloccato e gli inquilini, dopo aver provveduto loro spese, almeno quattro volte, a far ripulire l'impianto, non sanno più cosa fare. E, di fronte alla fogna che gli sale in casa, hanno deciso di denunciare.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia