Cancro diagnosticato tardi L’Usl paga 300 mila euro

Il medico gli ha assicurato che non era nulla, e lui si è fidato, salvo poi scoprire quindici mesi dopo che quella macchia nera sul torace era un carcinoma, un tumore contro il quale oggi sta ancora combattendo una battaglia a colpi di chemioterapia. Una vicenda iniziata nel maggio del 2009 e che, pochi giorni fa, ha visto l’Usl 12 riconoscere l’errore medico e risarcire il paziente con una transazione di 300 mila euro in un accordo extra-giudiziale. «Cambia poco, la mia vita è distrutta», racconta l’uomo, 65 anni, di Mestre, pensionato. «Ma sa qual è la cosa che più mi fa arrabbiare? Che questo medico non mi ha mai chiamato per dire “mi dispiace”».
Questa è la storia: «Nel maggio del 2009 dopo una bronchite mi sottopongo a una radiografia che evidenzia una macchia al torace. Il radiologo mi consiglia di andare subito dal medico, vado dal medico di famiglia che mi ordina una visita pneumologica d’urgenza all’ospedale All’Angelo».
L’uomo si presenta, il dottore vede la radiografia, poi decide per la Tac. «Mi dice di non preoccuparmi, sostiene che la macchia sia una pregressa infezione polmonare, nulla di grave dice». Poi altre tre Tac di controllo, a intervalli regolari fino anche l’uomo, se pur continuamente tranquillizzato del medico, decide, anche su suggerimento di un’amica che lavora come impiegata all’Usl 12, di prenotare una visita con il primario di pneumologia, Loris Ceron. È il settembre del 2010. «Per fortuna che ci sono andato» racconta «è bastato che vedesse la prima radiografia per capire che la lesione era da approfondire e che poteva essere un carcinoma bronchiale». La broncoscopia con il prelievo del tessuto e l’esame istologico confermano i dubbi del primario, «se non fossi andato da lui adesso sarei già all’altro mondo, lo devo ringraziare». Pochi giorni dopo l’intervento in chirurgia toracica. La speranza dura poco: il tumore ha intaccato i linfonodi. La battaglia continua.
Dopo l’intervento l’uomo denuncia il suo caso al Tribunale del Malato e, con il supporto dell’avvocato Silvia Sorrentino chiede i danni all’ospedale. L’Usl 12, dopo le perizie medico-legali, riconosce l’errore. Il perito del tribunale del Malato, il medico legale Calogero Nicolai, stabilisce che, se il carcinoma fosse stato diagnosticato subito, sarebbe stato possibile intervenire evitando la diffusione del cancro ai linfonodi. «La prima cosa da dire è che nessun risarcimento potrà mai rendere giustizia» dice Sandra Boscolo, del Tribunale del malato della Riviera del Brenta «la seconda è che si discute molto di recuperare il rapporto tra medico e paziente e invece c’è un assordante silenzio. Tutti in un caso come questo si aspettavano una telefonata, alcune parole di conforto, che invece non sono mai arrivate».
Da parte sua la direzione generale dell’Usl 12 fa oggi sapere in una nota che «è profondamente costernata per la drammatica vicenda. Purtroppo la medicina non è una scienza esatta e l’errore è sempre in agguato. Oltre ad esprimere la nostra umana vicinanza alla persona così duramente colpita, possiamo solo impegnarci con tutte le forze a sbagliare di meno. E’ questo del resto l’atteggiamento con cui ogni giorno i nostri medici affrontano il loro lavoro».
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