«Brugnaro passi dalle parole ai fatti»

Passare dalle parole - a volte inopportune - ai fatti. È questo l’invito che arriva da più parti, anche quelle che lo sostengono, al sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, il giorno dopo l’ondata di polemiche - sul web ma anche a livello politico - che sono seguite alla sua ultima esternazione nel suo “confessionale” settimanale a Televenezia. Sotto accusa - con chi ci ha visto, anche dall’opposizione, echi razzistici - la frase: «Questo perché facciamo la differenza con la gente che vive sugli alberi di banane», riferita alla necessità di occuparsi tutti meglio dell’educazione dei giovani, dopo gli episodi “bullistici” dell’ultima settimana, con tre studenti di una scuola media mestrina che hanno manomesso una centralina del tram. Ieri il sindaco, dopo aver già chiarito di aver voluto solo dire con quella frase di non comportarsi in modo selvaggio, è tornato brevemente sulla polemica con un altro tweet. «Sempre pronti a fare letture maliziose: un modo di vivere molto triste! Sta a noi portare il sole nei loro cuori. Il sole dell'onestà», ha “postato”.
Al suo fianco, anche su Facebook, l’Associazione Veneziana Albergatori con il presidente Vittorio Bonacini. «Ma se appigliarsi ad una frase inneggiante alla “vita sui banani” espressa meramente come esemplificazione del rifiuto delle regole, dell'educazione, della civile convivenza», scrive Bonacini, con una punta di ironia, «costituisce un aggregante motivo di scandalo, non solo a Houston ci sono problemi. Arrivare a distorcere e rifiutare la sostanza di un messaggio soffermandosi solo sulla sua forma, è un qualcosa che dovrebbe essere fonte di preoccupazione, per tutti. Energie e possibili sinergie a favore della città: vista l'attuale situazione, non c'è tempo e non è più il tempo di pretestuosi trastulli politici con i quali baloccarsi. E che da domani, passando di liana in liana, ognuno sia sul proprio ramo a fare il proprio dovere».
L’invito a fare è anche di un politico navigato e esperto - ex sindaco ed ex assessore - come Ugo Bergamo, che fa parte di uno dei partiti che sostiene la maggioranza di Brugnaro. «Brugnaro è un fenomeno nuovo sulla scena politica e amministrativa veneziana», spiega, «un uomo abituato a parlare sempre in modo diretto e a dire ciò che pensa, senza fare caso al “politicamente corretto”, come a volte invece bisognerebbe fare, per risparmiarsi inutili polemiche. Guarderei piuttosto ai fatti per giudicarlo. Ad esempio il tema dell’educazione dei giovani nella nostra comunità è centrale, il sindaco fa bene a porlo, al di là dell’espressione poco ortodossa. Ma ora indichi i progetti e le soluzioni per migliorare la situazione e le metta in pratica. È sui fatti che va giudicata l’azione del sindaco, non sulle parole. A oggi la situazione della città non è cambiata e i gravi problemi economici a cui la Giunta si trova di fronte sono gli stessi delle Giunte precedenti, legati al Patto di Stabilità. In questi mesi si sono prese le misure, ora è il momento di passare all’azione».
Anche Gianfranco Bettin insiste su questo punto: «A mio avviso la frase di Brugnaro, pur infelice, non aveva alcuna valenza razzista e il problema che si pone, quello dell’educazione dei nostri giovani per evitare comportamenti distorti, è reale. Ma ciò che interessa a me e credo a molti è: come intende affrontarlo? Ad esempio, il commissario Zappalorto aveva bloccato, con un’azione che ho definito “criminogena”, i progetti speciali che riguardavano proprio quegli operatori sociali che con ragazzi come quelli dialogavano e ora sono messi in condizione di non poterlo più fare, anche al di fuori dell’orario d’ufficio. Chiedo allora a Brugnaro: con il bilancio di previsione 2016 ha intenzione di rifinanziare quei progetti oppure no? Perché le parole, belle o brutte, lasciano il tempo che trovano».
Enrico Tantucci
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