Bocciatura senza appello per l’albero a San Marco. «Nulla a che vedere con Venezia e il Natale»

Giudizi duri e negativi da parte dei residenti a passeggio in piazza sotto l’opera controversa dell’artista Fabrizio Plessi. E scatta l’invidia per Mestre 

la polemica

Il campanile, la basilica, l’albero di Fabrizio Plessi. New entry indiscussa, tra le attrazioni più fotografate nel sabato pomeriggio di Piazza San Marco: «Sì, ma per raccontare quanto è brutto», la bocciatura dei veneziani all’unisono.

L’abete stilizzato, composto da 80 pannelli luminosi, aveva già acceso la polveriera dei social. E le reazioni dal vivo non sono da meno. Da chi scuote la testa con il carrello della spesa: «Un disastro, l’ennesimo “regalino” di Brugnaro».

A chi porta a spasso il cane: «Esteticamente fastidioso, in uno dei punti più significativi della città». La struttura, con cui l’artista emiliano ha «volutamente rotto gli stereotipi del Natale», è stata infatti installata proprio tra le colonne di Marco e Todaro. Dove nel tempo dei Dogi avvenivano le condanne a morte: scivolone storico o redenzione voluta? «Ok l’innovazione, ma va pensata», sottolinea chi arriva in passeggiata dal Lido, sfidando il forte scirocco. «E dal Ponte della Paglia sembra un’impalcatura: nulla a che vedere con un albero di Natale. Ma poi non si rovina con la pioggia?».

L’accusa nei confronti dell’amministrazione comunale è anche per aver favorito ancora una volta la terraferma: «A noi nove tonnellate di ferraglia dorata, mentre Piazza Ferretto sembra Times Square». È davvero così? «Non difendo tutte le nostre luminarie, perché ne abbiamo anche di discutibili», risponde un residente a Mestre in uscita a San Marco.

«Ma l’area urbana in terraferma è ben curata e in Piazza Ferretto ormai da anni contiamo su un grande albero di Natale classico. Quello di Plessi in foto mi piace anche, ero curioso di vederlo. Venendo qui però si capisce che stona con tutto il resto».

Lo spunto di riflessione clou arriva da una coppia di anziani, «venezianissimi. Magari avessero dato fiducia alla nostra tradizione, come l’albero di Cenedese a Murano», sospirano davanti alla controparte digitale. «Sarebbe stata un’ottima iniziativa soprattutto per sostenere l’industria del vetro in ginocchio, in questo momento così drammatico. Ma figuriamoci…».

L’opera di Plessi, sponsorizzata da Sony e Assicurazioni Generali, è stata progettata in continuità ideale con’ L’età dell’Oro che illumina la facciata del Museo Correr. Ma il risultato scontenta tutti: «Non incarna né lo spirito natalizio né quello di Venezia». E così, già in affanno nella città d’acqua, il sindaco perde punti con la mossa di Natale. —

 

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