Boato: «Via subito ai lavori per la difesa di Piazza San Marco»

il progetto
«La difesa di San Marco è un problema urgente. Se non vogliamo che nel prossimo autunno la Basilica e la Piazza siano ancora senza difesa dalle acque alte dobbiamo partire subito. Avviando il primo stralcio di lavori del progetto». Il professor Stefano Boato, docente Iuav, per vent’anni componente della commissione di Salvaguardia, lancia un appello al premier Mario Draghi e ai nuovi ministri delle Infrastrutture e della Transizione Ecologica. «C’è un progetto approvato nel febbraio scorso, fermato per troppo tempo», scrive Boato, «che consente di difendere l’intera piazza San Marco dalle maree fino a 115-120 centimetri. Un progetto semplice, dopo le assurdità proposte i passato con la chiusura dei gatoli e una membrana sotto i masegni». Il nuovo progetto, elaborato da Thetis e Kostruttiva, propone invece di isolare l’acqua che entra dal Bacino. Con nuove barriere frangiflutti per ridurre le onde sul Molo, la difesa con piccole paratie sulle rive da dove l’acqua sormonta. E poi la separazione delle acque nere dalle acque piovane, il restauro del sottosuolo».
«Si possono affidare il lavori senza gara, vista la concessione in essere al Consorzio Venezia Nuova», dice Boato, «la situazione di grande urgenza lo giustifica. E attuando i lavori del primo stralcio si può mettere al riparo l’80 per cento degli edifici e delle attività economiche dell’area marciana».
Fare presto, dunque. La realizzazione dell’intervento per la Piazza potrebbe anche mettere in secondo piano quello con le barriere di vetro limitato alla protezione della Basilica di San Marco. Anche questo bloccato per un anno, perché la commissaria Spitz lo aveva ritenuto “poco adeguato” dal punto di vista architettonico. Poi è arrivata la consulenza offerta allo studio milanese dell’architetto Stefano Boeri (quello dei giardini verticali e delle primule sui gazebo per le vaccinazioni antiCovid). Proposte bocciate dal ministero e dalla Soprintendenza. E si è tornati al progetto originario. Adesso di nuovo all’esame della commissione di Salvaguardia.
I tre milioni e mezzo per la Basilica ci sono. E anche i 31 per la Piazza sarebbero disponibili, anche se la Corte dei Conti ha chiesto chiarimenti sulla destinazione dei fondi. Ma niente è stato avviato. Durante l’inverno scorso, la Basilica è andata sott’acqua anche due volte al giorno. Niente difese locali, Mose che non basta a fermare le acque alte sempre più frequenti. Danni ripetuti ai mosaici e alle colonne, ripetutamente denunciati dalla Procuratoria di San Marco. Ma non è successo nulla, nonostante i commissari. —
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