Biologo marino

Luca Mizzan è cresciuto giocando sulle “peate” ormeggiate in fondamenta dell’Abazia. In inverno come in estate. Sulla pece molliccia per il caldo delle “peate” e sugli scalini della riva dove sono iniziate le sue prime osservazioni di biologia marina. Il piccolo Luca era affascinato da animaletti e dalle alghe che, aggrappate alla pietra d’Istria, animavano l’acqua nella quale a volte c’è pure caduto. Inconsapevolmente quelle osservazioni e quel soffio di vita lagunare in centro storico stavano segnando il suo destino. Su quelle alghe c’era scritto che doveva diventare il direttore del Museo di Storia Naturale di Venezia. Anche se in quel tempo Luca viveva nel mito del padre, pilota di aerei militari morto in un incidente pochi mesi dopo la sua nascita, nella zona di Ñovara. Luca voleva diventare anche lui pilota. Sua madre disse di no quando ancora trascorreva intere estati al Lido, non sapeva ancora nuotare ma adorava guardare sotto acqua con la maschera. Preludio alle prime immersioni e al primo lavoro al Museo come “il ragazzo che puliva le vasche”. Infatti s’immergeva quando era necessario, nell’acquario, appunto per pulirlo. Poi la laurea e il lavoro come biologo marino da libero professionista. Viaggi in mezzo mondo e una spedizione in Groelandia con l’archeologo Giancarlo Ligabue al quale ora è stato intitolato il museo. Mizzan vive a Castello e la laguna la gira in lungo e in largo alternando le escursioni con immersioni nel vicino Adriatico. C’è poi anche un giardino che racconta di come la sua vita doveva incontrare il museo. È un giardino dove giocava da bambino e dove aveva giocato anche Giovanni Miani, l’esploratore a cui è stata dedicata una delle stanze espositive del museo. —
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