Basta con la pausa caffè subito dopo l’ingresso e stretta sull’uso dei social dal pc dell’ufficio

VENEZIA.
Dopo aver timbrato il cartellino si fila subito in ufficio senza pit-stop alla macchinetta del caffè, uso istituzionale di Internet sul computer della scrivania (come dire: non state troppo sui social) e un abbigliamento adeguato, o meglio «dignitoso», durante l’orario di lavoro.
Lo prevede il nuovo regolamento del “Codice di comportamento interno” voluto da Ca’ Farsetti e votato nei giorni scorsi dalla giunta. Con un obiettivo dichiarato: migliorare l’organizzazione del lavoro. Per carità, nessuno tiri in ballo i pur simpatici dipendenti della Megaditta di Fantozziana memoria, che delegavano al povero Paolo Villaggio il compito di manovrare le sagome alle scrivanie mentre loro se ne stavano sul terrazzo del palazzo a giocare a tennis.
La macchina di Ca’ Farsetti funziona ma meglio mettere qualche paletto, che aiuti a prendere la direzione giusta quando si entra in ufficio. Detto della necessità di «mantenere in servizio un abbigliamento dignitoso», e dell’invito a collaborare con i cittadini che si rivolgono agli sportelli per i più disparati servizi amministrativi, le nuove modifiche al regolamento chiamano in causa anche l’utilizzo delle attrezzatura informatiche.
«Le attrezzatura informatiche, i servizi telemateci (fra cui la posta elettronica, internet e intranet) e telefonici, nonché le fotocopiatrici, di cui dispone per ragioni di ufficio, nel rispetto dei vincoli dell’amministrazione, e ai soli fini istituzionali». Una stretta sull’eventuale utilizzo dei social, quindi, e sulle navigazioni improprie nel mare del web. Altro punto riguarda le «modalità per la rilevazione delle presenze». Insomma, il mitico cartellino da timbrare.
«Il dipendente timbra il proprio cartellino in entrata e si reca con sollecitudine», recita il regolamento, «nel proprio ufficio, astenendosi dal compiere successivamente alla timbratura attività che ne ritardino l’effettiva presa in servizio». Insomma: la prima pausa caffè non si può fare subito dopo aver timbrato. Ma poiché il cartellino si timbra sia per entrare che per uscire, anche nelle fase del fine turno è meglio mettere per iscritto che «il dipendente non indugia nei pressi del rilevatore in attesa del trascorrere dei minuti». Un particolare capitolo è dedicato alla modalità di utilizzo della legge 104, quella di cui possono godere i dipendenti che devono prendersi cura di familiari malati gravi.
Una conquista nella gestione dell’assistenza i cui abusi hanno spesso innescato la miccia della polemica nella politica italiana. Con il rischio di punire anche chi ne ha bisogno solo perché non si riesce a stangare chi fa il furbo. Il nuovo regolamento di Ca’ Farsetti infatti parla di «rigoroso rispetto» ma allo stesso tempo chiede «al dipendente, salve dimostrate situazioni di urgenza, di comunicare al dirigente competente le assenze dal servizio con congruo anticipo, con una programmazione mensile se possibile in riferimento all’arco temporale del mese successivo, al fine di consentire la migliore organizzazione dell’attività amministrativa».
Altre voci riguardano il conflitto di interessi - «il dipendente si astiene da ogni pratica per la quale possa sussistere un conflitto di interessi» - e il fenomeno del whistleblowing, la soffiata anonima dei dipendenti su irregolarità o cose che non vanno. «L’identità del segnalante non può essere rilevata», dice il regolamento, facendo riferimento a quei dipendenti che gestiscono la pratica, e c’è il divieto di comportarsi in modo «discriminatorio o afflittivo» nei confronti di chi denuncia. —
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