Bagnino tradito dal cuore a 31 anni
Caorle, stroncato da infarto durante il bagno di mezzanotte. Soffriva di una disfunzione cardiaca congenita che non gli consentiva sforzi. Donati gli organi

CAORLE. Stroncato da infarto a 31 anni: è morto l’altra notte sulla spiaggia di Duna Verde in cui lavorava come bagnino, Omar Biason, di Caorle. Si è accasciato a terra dopo un bagno notturno, folgorato da un improvviso attacco di cuore che non gli ha lasciato scampo. Soffriva di una disfunzione cardiaca congenita, aveva già subito diverse operazioni al cuore, ma nonostante questo era un ragazzo atletico, dinamico. «Il medico - racconta il fratello Rabi - gli aveva detto di stare tranquillo e non stancarsi troppo».
«Ma Omar non riusciva a stare fermo, aveva troppa energia in corpo». La sua vitalità forse gli ha fatto compiere uno sforzo eccessivo, che si è rivelato fatale. I familiari, seguendo le sue volontà, hanno deciso di donare gli organi, ultimo gesto di solidarietà di un ragazzo tanto conosciuto quanto amato. La tragedia è avvenuta poco dopo la mezzanotte di martedì, sulla spiaggia del Villaggio camping San Francesco. Omar era dipendente della cooperativa «Litoranea» di Cavallino, da sette anni lavorava per il villaggio, come bagnino e controllore dei suoi colleghi più giovani.
Martedì sera, da solo, è andato a fare un bagno in mare. Con la sua tavola da surf aveva nuotato per un po’, per rilassarsi, come consuetudine dopo una giornata di lavoro. Doveva incontrarsi con un suo amico e collega, quindi è uscito dall’acqua, per riporre la tavola nel magazzino degli attrezzi e farsi una doccia. Ha parlato un po’ con un guardiano notturno e poi si è allontanato. Proprio quando era in prossimità del piccolo magazzino lo ha colpito l’infarto. Omar è deceduto all’istante, stroncato dall’attacco di cuore è caduto a terra privo di vita. Qualche minuto dopo il suo amico, preoccupato dal fatto di non vederlo arrivare, è andato a cercarlo.
Quando lo ha trovato non ha perso tempo, contattando il 118. I soccorritori hanno provato a lungo a rianimarlo, ma non c’è stato nulla da fare. «L’avevo visto la sera prima - racconta Tiziano Morbiolo, responsabile spiaggia del campeggio - Noi lavoravamo gomito a gomito. Da qualche giorno lo vedevo un po’ affaticato, ma nessuno in campeggio era al corrente dei suoi problemi di cuore. Anzi era un ragazzo atletico, uno sportivo. Abbiamo fatto qualche battuta insieme, poi ci siamo salutati. All’arrivo ieri mattina mi hanno detto che era morto».
In campeggio la notizia arriva come un fulmine a ciel sereno. Dopo diversi anni di lavoro, Omar era benvoluto dai colleghi e dai clienti, che si erano affezionati a lui, ed ora in tanti piangono la sua prematura scomparsa. «Un ragazzo eccezionale - ricorda il direttore del villaggio, Raul Serafini - siamo tutti dispiaciuti e costernati. Era bravo, un gran lavoratore, intelligente e determinato. Aveva poi un gran fisico, nessuno avrebbe creduto che soffrisse di problemi al cuore. Sono tanti gli amici ed i clienti che ora ci manifestano la loro solidarietà».
«Non ce lo aspettavamo - afferma il fratello Rabi - Aveva subìto l’ultimo intervento circa un mese e mezzo fa, ma all’ultima visita era apparso in buone condizioni. Di recente però accusava un po’ di debolezza, gli mancava il fiato. Un mese fa doveva essere sottoposto ad una biopsia, ma aveva voluto rimandarla a fine luglio per proseguire la stagione. Non riusciva proprio a stare fermo, ora invece non si muoverà più».
Oltre al fratello, Omar lascia il padre Giancarlo e la madre Gianna Manzato. I funerali verranno celebrati probabilmente venerdì, nel Duomo di Caorle.
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