«Babbo Natale, facci abbracciare i nostri nonni». Mandateci le video-letterine dei vostri figli

Le lettere degli alunni al tempo della pandemia: molti non chiedono regali, ma poter tornare alla normalità con i propri cari e con gli amici.

Non è la PlayStation 5, non sono le Barbie né le macchinine. Non sono più i pacchetti sotto l’albero, da aprire la mattina di Natale, con gli occhi stropicciati. È il bacio della nonna, sono gli abbracci dopo il goal segnato alla partita di calcio, è persino il pizzicotto dello zio. Sempre mal tollerato, ma che questa volta mancherà.

Lo raccontano le letterine dei bambini spedite a Babbo Natale. Parole difficili da leggere senza inumidirsi gli occhi. Perché è incredibile che siano proprio i più piccoli, ancora una volta, a darci la lezione più importante.

«Caro Babbo Natale» scrivono ancora una volta i bambini, nell’avanzare le loro richieste. Che non sono mai state così semplici, mai così difficili. «Quest’anno sono molto triste, perché c’è il virus che ci sta facendo tanto male e ci tiene lontani dai nostri cari nonni. Io li vorrei vedere, li vorrei abbracciare tanto; ma non sarà possibile» dice alunno delle elementari in una scuola di San Donà.



E poi una bimba, di una scuola primaria di Mestre: «Quest’anno vorrei che questo brutto virus passasse. Vorrei togliere questa mascherina, abbracciare i miei amici, giocare con loro. Per Natale vorrei andare dai miei parenti, ma purtroppo non posso. Purtroppo tutto questo sta diventando normalità».

Ma è proprio “l’altra” normalità a mancare. La quotidianità fatta anche di richieste “impossibili” a Babbo Natale, fatta di interminabili pranzi di Natale, del pomeriggio del 25 che si vorrebbe non finisse mai, per non staccare le mani dal giocattolo tanto desiderato.

Quello che chiedono i più piccoli, ora, non si può comprare al centro commerciale e nemmeno ordinare da un sito di e-commerce. «I bambini e le famiglie hanno bisogno di normalità» sintetizza efficacemente la preside della piccola studentessa mestrina.

«Poter esprimere dei desideri aiuta a riconfigurare un futuro di positività, per quando il Covid non sarà più tra noi in maniera così impattante. Ed è lo stesso desiderio degli insegnanti e di tutto il personale della scuola. Intanto abbiamo la possibilità di fare lezione tutti i giorni nelle nostre classi e questo è già un sogno che si è realizzato».



L’immagine che risulta dalle letterine spedite a Rovaniemi, la città lappone «patria» del Babbo più buono del mondo, è ben diversa dall’idea comune con cui si è soliti pensare alle ultime generazioni. È l’amore, è la voglia di trascorrere insieme il giorno più magico dell’anno. È l’occasione per scoprire che i regali non sono altro che un pretesto per trascorrere il giorno di Natale con le persone più importanti. Un pretesto che chiunque, grande o piccino, ora baratterebbe senza esitazione con un briciolo di normalità. Con un «Buon Natale» seguito da un bacio sulla guancia, da un abbraccio o da una stretta di mano. Con l’affetto della famiglia, che è casa. Con il calore che ora è il nostro peggior nemico; persino quello dei genitori, dei fratelli, dei nonni. I nonni: da proteggere dal nostro affetto. Ed è la distruzione della base su cui si fonda tutto il nostro Paese, che trova proprio nell’amore della e per la famiglia il suo pilastro, costringendoci ora a una sorta di lotta intestina tra quello in cui crediamo e quello che bisogna fare. I bambini assistono a questo capovolgimento così disumano, chiedendo di fare un passo indietro. Non la bambola, né la scatola di Lego. Solo amore e un abbraccio. D’altra parte, non è questa l’essenza del Natale? —

MANDATECI LE VIDEO-LETTERINE DEI VOSTRI BIMBI

Che cosa stanno scrivendo i vostri bambini a Babbo Natale? Quali sono le richieste più originali legate alla pandemia? Quale percezione hanno del virus che sta letteralmente cambiando le nostre più elementari consuetudini?

Se avete piacere, fate leggere le letterine ai vostri bambini, facendo loro un video possibilmente orizzontale e allegandolo una vostra liberatoria. Oppure, mandateci pù semplicemente la foto delle letterine, con i vostri riferimenti. Useremo i vostri materiali sul giornale, sul nostro sito e sulle piattaforme social, cercando così di costruire un piccolo «ponte» tra nonni e nipoti affinchè possano sentirsi meno soli gli uni e gli altri. Potete usare la mail: cronaca.ve@nuovavenezia.it

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