Avm, si dimette il sindaco Scibelli: «Non mi fido più»

«Me ne vado perché non voglio lavorare per un’amministrazione di cui non mi fido. Sono stato nominato in un’altra epoca e non me la sento di mantenere questo incarico». Michele Scibelli,...
SCATTOLIN MESTRE 13/05/2009 Hotel Ambasciatori presentazione Unione di Centro Ugo Bergamo ,nella foto Michele Scibelli © Light Image- Bertolin
SCATTOLIN MESTRE 13/05/2009 Hotel Ambasciatori presentazione Unione di Centro Ugo Bergamo ,nella foto Michele Scibelli © Light Image- Bertolin

«Me ne vado perché non voglio lavorare per un’amministrazione di cui non mi fido. Sono stato nominato in un’altra epoca e non me la sento di mantenere questo incarico». Michele Scibelli, commercialista ed esponente liberale del Centro democratico di Bruno Tabacci, se ne va e sbatte la porta. Da ieri non è più uno dei tre sindaci di Avm, la holding della Mobilità presieduta dall’avvocato lidense Paolo Pettinelli. Il nuovo sindaco Luigi Brugnaro ha rinnovato il presidente e il Consiglio di amministrazione. Ha mantenuto l’amministratore delegato Giovanni Seno, che nel frattempo aveva vinto il concorso interno per direttore generale. Restavano in carica i tre sindaci effettivi nominati dall’amministrazione Orsoni. Cioè Arcangelo Boldrin, Valentina Di Renzo e lo stesso Scibelli. Che adesso getta la spugna. «Lavorare per una amministrazione comunale di destra con un vicesindaco e un assessore leghista non fa per me», dice, «tantomeno per un sindaco imprenditore capace ma che dal punto di vista politico non ha alcuna autorevolezza. Un incarico remunerato bene, all’epoca l’avevano chiesto in 200».

Un disagio che cova da mesi. Dopo la vittoria di Brugnaro e della coalizione di centrodestra, contro il centrosinistra e il candidato Felice Casson che lo stesso Scibelli aveva sostenuto in campagna elettorale. Scibelli era stato l’unico a non votare il bilancio di Avm 2015, esprimendo più volte la sua contrarietà ad alcune decisioni societarie.

«Ma la decisione», spiega Scibelli, «è essenzialmente politica». Prove di centro che ripartono da zero, dopo la batosta subita alle elezioni e la vittoria della parte dei centristi che si erano schierati nel giugno scorso con Brugnaro. La prima uscita politica è per venerdì 4 marzo alla Scoletta dei Calegheri. La sfida è quella di provare a «costruire il governo dell’area metropolitana di Venezia», come recita l’invito. Tra i relatori, il deputato e presidente nazionale del Centro democratico Bruno Tabacci, il deputato del Pd Michele Mognato, Sandro Moro, ex presidente Avm, Giovanni Pelizzato, vicepresidente del Consiglio comunale e consigliere della lista Casson, Pietrangelo Pettenò della Sinistra veneta. Partecipano Scibelli e il coordinatore veneziano del Centro democratico Teodoro De Stefano, modera Lucia Cimarosti, presidente dell’associazione Giovane Murano. Prove tecniche di nuovo centro, dunque. Per raccogliere i centristi di opposizione, che ancora non hanno trovato una loro collocazione dopo la bufera che ha portato dopo 25 anni il centrodestra a Ca’ Farsetti.(a.v.)

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