Arsenale, ecco il progetto nei Bacini tornano le navi

Le paratoie del Mose nel Bacino grande di carenaggio. La manutenzione navale nel medio, il cantiere Actv nel Bacino piccolo. Prende forma la nuova struttura dell’Arsenale Nord. Che dovrà ospitare come da progetti già approvati la manutenzione delle paratoie del Mose e del jack-up, la nave attrezzata costata 52 milioni di euro e non ancora utilizzata. Accordi intervenuti nelle ultime ore e modifiche del progetto, contestato dagli ambientalisti. Sarà costruito un solo nuovo capannone, mentre in origine ne erano previsti due.
«Sarà un edificio a pianta rettangolare», si legge nel progetto definitivo approvato, «con dimensioni di 27 metri per 135, la pavimentazione posata alla stessa quota dei piazzali esterni, un’altezza massima di colmo pari a 12 metri. Misure ridotte rispetto all’ipotesi originaria. L’edificio sarà composto da tre moduli con le funzioni di lavaggio, sabbiatura e verniciatura. «Operazioni che si devono fare al coperto per evitare inquinamento e rilascio in laguna di sostanze nocive», dicono i tecnici. Il capannone costerà 18 milioni e 600 mila euro, e sarà dotato di depuratore. In totale salgono così a 238 i milioni di euro già spesi per la «messa in sicurezza e l’infrastrutturazione dell’Arsenale Nord, compresi gli interventi realizzati dal Magistrato alle Acque in «amministrazione diretta», come i lavori per le Tese che ospitano adesso gli uffici del Cnr. 62 milioni sono stati spesi per la messa in sicurezza, gli edifici, le sponde e le rive, 156 per l’adeguamento delle attrezzature esistenti, come la Porta del Bacino, la gru, gli scarichi.
Modifiche progettuali che hanno solo in parte accontentato i comitati che da tempo si oppongono alla trasformazione dell’Arsenale Nord e degli storici Bacini di carenaggio nel «magazzino» per la manutenzione del Mose. «I Piani urbanistici prevedono la destinazione di tutta l’area dei Bacini di carenaggio a uso cantieristico», rispondono al Consorzio Venezia Nuova, «e molti soldi pubblici sono stati già spesi per quella destinazione». Il compromesso ora riguarda la restituzione alla città del Bacino Piccolo, dove potrebbe tornare l’Actv. Il cantiere a Pellestrina (ex De Poli) è troppo scomodo per la riparazione dei grandi mezzi. E l’utilizzo del bacino Medio per la riparazione dei mezzi navali addetti alle operazioni Mose.
Nel Bacino Grande invece troveranno posto le paratoie e i lavori di manutenzione del jack-up. La grande nave gialla potrà navigare soltanto in laguna, per il trasporto delle paratoie. Che da progetto dovranno essere prelevate dal fondo delle tre bocche di porto una al mese per la manutenzione. Ha ottenuto una deroga per la navigazione in mare dal Rina – il registro Navale italiano – solo per il tratto Malamocco-Chioggia, in quanto le sue dimensioni non consentirebbero la navigazione interna in laguna davanti a Pellestrina. Tutte incognite di cui evidentemente non si era tenuto conto. L’appello dei comitati sulla possibilità di trasferire le lavorazioni del Mose a Marghera per lasciare libero l’Arsenale Nord cade per ora nel vuoto. Anni di scelte sbagliate e di milioni di euro già spesi rendono difficile adesso tornare indietro.
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