Arriva Nastasi, Chiarot se ne va «Con lui non ha senso restare»

Arriva Nastasi, e i vertici del Maggio Fiorentino se ne vanno per protesta. Bufera nel mondo musicale del capoluogo toscano, con riflessi veneziani. Cristiano Chiarot, 67 anni, per anni sovrintendente del teatro La Fenice, lascerà il 28 luglio il suo incarico di sovrintendente della prestigiosa istituzione musicale di Firenze. Con lui se ne va per protesta anche il direttore musicale del Maggio, il maestro Fabio Luisi.
La bufera è stata causata dalla decisione del sindaco Dario Nardella – renziano della prima ora – di nominare ai vertici dell’istituzione come presidente al suo posto Salvatore Nastasi, potente dirigente del ministero dei beni culturali e della presidenza del Consiglio.
«Sono ruoli incompatibili», spiega Chiarot, «un conto è amministrare un teatro rispondendo all’autorità politica che ti ha nominato. Un conto è avere un’altra figura operativa. Non si può».
Dunque Chiarot se ne va. Il sindaco lo aveva riconfermato, poi ha annunciato il ripensamento poche ore dopo.
Lui non l’ha presa bene. «Non mi interessa la polemica». dice, «parlano i fatti per quello che ho fatto qui. Ma non è stato un bel trattamento. Il contorno è cambiato, non ha più senso restare anche se me lo chiedessero di nuovo». Si dice fiero dell’attività svolta in laguna, dove ha risanato La Fenice in molti anni di gestione, prima con il sindaco Massimo Cacciari, poi con Giorgio Orsoni e infine con Luigi Brugnaro. Pareva in corsa per la Scala, ma adesso è rimasto a piedi. «Andrò a fare da un’altra parte quello che so fare», dice. «Risentimento? No, affatto. Ma l’arrivo di Nastasi è incompatibile con il mio lavoro. Se n’è andato anche Luisi, uno dei direttori più bravi nel panorama musicale italiano».
Chi è Nastasi, che adesso irrompe nell’istituzione musicale fino a ieri diretta da manager musicali e musicisti di spessore? Il suo nome compare nelle cronache di una decina di anni fa, quando viene nominato collaudatore del nuovo Palazzo del Cinema del Lido, peraltro mai più finito. Sfruttando il 150esimo dell’Unità d’Italia e i finanziamenti disponibili, il governo insieme alla Regione e al Comune lancia la proposta di un nuovo Palazzo del Cinema. Concorso internazionale, 130 milioni di euro la spesa prevista. Ma il sogno di grandeur si infrange quasi subito sulle tonnellate di amianto che vengono rinvenute nel sottosuolo. Il grande de «buco» resterà lì per anni, come la vergogna di un cantiere incompiuto.
La grande opera era voluta dal ministero dei Lavori pubblici e dall’allora onnipotente Balducci, poi coinvolto nell’inchiesta della «cricca». A collaudare i lavori del Mose e delle grandi opere venivano inviati in laguna gli alti dirigenti del ministero. E anche Nastasi, all’epoca superdirigente del ministero dei Beni culturali guidato da Sandro Bondi. Nastasi, 46 anni, è stato commissario dell’Arena di Verona, del Petruzzelli di Bari, del San Carlo di Napoli e anche del Maggio fiorentino nel 2005. Adesso il suo ritorno, imposto da Nardella, ha provocato un putiferio. E la brusca uscita di scena dell’ex sovrintendente veneziano—
Alberto Vitucci
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