Arrestato ingiustamente risarcito con 7 mila euro
san donà. Per 44 giorni agli arresti domiciliari per corruzione, Edoardo Murador, meccanico 37enne di San Donà, deve essere risarcito per ingiusta detenzione.
Lo ha deciso la seconda sezione penale della Corte d’Appello, stabilendo che lo Stato paghi all’uomo la somma di 7.000 euro. A luglio del 2014 Murador era stato arrestato dalla Squadra Mobile di Venezia nell’ambito dell’operazione “Apache”: in prima battuta gli inquirenti lo avevano ritenuto partecipe della consegna di somme di denaro in favore di soggetti vicini ad un agente di polizia penitenziaria al carcere Due Palazzi di Padova, al fine di fornire sostanze stupefacenti ad un detenuto. Al momento dell’arresto, Murador aveva consegnato agli investigatori tutta la documentazione in suo possesso.
Già in fase di indagini preliminari, il pubblico ministero patavino aveva riconosciuto l’assoluta estraneità del meccanico sandonatese rispetto a tutta la vicenda, chiedendo l’archiviazione del caso: il giudice per le indagini preliminari a marzo del 2015 aveva archiviato il procedimento per infondatezza della notizia di reato. Ma per 44 giorni, dall’8 luglio fino al 21 agosto di quattro anni fa, il meccanico aveva subìto una ingiusta privazione della libertà personale, oltre che ripercussioni negative in ambito lavorativo.
In sede di procedimento di riparazione per ingiusta detenzione, difeso dall’avvocato Andrea Terrinoni, la Corte d’Appello veneziana ha riconosciuto il riconoscimento del diritto ad una riparazione pecuniaria che, spiega il legale, «a prescindere dal dato economico, è in grado di riaffermare pubblicamente la sua vera immagine di onesto cittadino e bravo lavoratore». —
Rubina Bon
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