«Aperti sì, ma al buio» protesta al centro Prisma

CASELLE. Aperti sì, ma al buio. Scatta la protesta dei piccoli negozianti del centro Prisma, da tempo alle corde con i big del centro commerciale sulla Noalese. Domani sarà la seconda domenica di apertura “forzata”, cioè contro la volontà dei piccoli negozianti, costretti a tenere aperto perché così prevede il regolamento del consorzio interno di tutte le attività della galleria.
«Chi chiude viene multato? Nessun problema», affermano i “piccoli”, «apriremo come ci viene imposto, ma terremo le luci spente». In questo modo il segnale dato ai clienti è fin troppo chiaro: noi non ci stiamo.
Lo hanno deciso almeno sette delle 13 attività del Prisma, che in questo modo passano dalle proteste all’azione. Ci sarà anche il sindaco Nicola Fragomeni a dare supporto ai piccoli commercianti: già in passato il primo cittadino si era schierato con le motivazioni della protesta. Annunciato anche il capogruppo di Civica Insieme, Giuseppe Rodighiero e i rappresentanti delle categorie. Sarà dunque una giornata di presidio. Insieme al black-out volontario, i piccoli negozianti distribuiranno ai clienti anche dei volantini in cui spiegano i motivi di questa specie di sciopero bianco, che saranno spiegati con manifesti affissi anche alle vetrine dei negozi: «Ribadiamo il nostro no alle aperture domenicali selvagge», scrivono i piccoli commercianti, «domenica aperta per noi significa: più costi che ricadono sul consumatore finale, sempre meno tempo da dedicare alle nostre famiglie, sanzione fino a 1200 euro in caso di mancata o parziale apertura, dittatura legalizzata delle grandi realtà commerciali nei nostri confronti e nessun nuovo posto di lavoro e infine futuro incerto per le nostre attività e forte rischio di chiusura». Di fronte a queste ragioni dunque, la domenica lavorativa al Prisma domani avrà un aspetto inedito: accese e dinamiche le grandi attività, tra cui la Coop e il Center Casa, aperte, ma a luci spente e vetrine sottotono i piccoli negozi della galleria commerciale. Come a dire: «Qui non entrate pure». La forma di protesta partirà subito all’apertura, alle 10 e proseguirà per tutta la mattinata e probabilmente anche al pomeriggio, per l’intera giornata. I titolari saranno presenti: glielo impone il regolamento, ma più che per vendere, sarà per spiegare ai clienti che loro sarebbero volentieri rimasti a casa. «È solo che non possiamo permetterci di pagare multe salate», spiega uno di loro, «già c’è la crisi, le tasse e le altre spese, ci manca solo di dover pagare 1200 euro ogni domenica che decidiamo di assecondare il nostro sacrosanto diritto al riposo».
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