Allarmi bomba a Noventa e Marcon, caccia ai colpevoli

Un summit all’outlet con le forze dell’ordine, poi i negozi sono stati riaperti. I sindaci: «Speriamo che li prendano»
FGAVAGNIN COLUCCI NOVENTA DI PIAVE ALLARME BOMBA SGOMBERATO OUTLET DIPENDENTI
FGAVAGNIN COLUCCI NOVENTA DI PIAVE ALLARME BOMBA SGOMBERATO OUTLET DIPENDENTI

NOVENTA. Caccia aperta ai telefonisti che hanno gettato sabato sera nel panico sia l’outlet di Noventa sia il Valecenter di Marcon. Gli allarmi bomba sono per fortuna risultati infondati, ma i danni non sono stati di poco conto e le forze dell’ordine sono al lavoro per rintracciare i finti attentatori che rischiano una pesante condanna per il procurato allarme. Il giorno dopo tutto è rientrato nella normalità, o quasi, A Noventa, alle 9.30 sono arrivati i primi dipendenti e store manager ad aprire i negozi con i vari brand del colosso della Mc Arthur Glen. In molti dei negozi appaiono i cartelli: "Tutto regolare". «È passato tutto», commentano Cinzia Bimonte e la collega Sonia Murer, che lavorano in due negozi, «ora si torna a lavorare cercando di dimenticare tutto».

Dopo una mattinata tranquilla, ieri pomeriggio si è registrata una nuova impennata di arrivi. Esauriti i duemila posti auto del centro commerciale, dalle 14.30 è stata aperta l’uscita dal parcheggio verso la zona industriale. Non ci sono stati problemi alla viabilità, grazie al ripristino del presidio della Protezione civile e delle forze dell’ordine alla rotatoria del casello. Sono ritornati i bus gratuiti con la zona industriale. E le navette ci saranno anche il prossimo weekend. La decisione è stata presa ieri mattina, a margine di un vertice per fare il punto sull’ emergenza bomba. Vi hanno partecipato rappresentanti dell’outlet, Comune, carabinieri, polizia locale e Protezione civile. S’indaga per il reato di procurato allarme, gli investigatori non tralasciano alcuna ipotesi. Le indagini si stanno concentrando sull’accertare il luogo da dove è partita la chiamata, una sola. «Non ci risulta che questo pseudo attentatore abbia telefonato ai negozi, c’è stata una sola chiamata al nostro centralino», conferma Enrico Biancato, direttore dell’outlet, «voglio ringraziare i ragazzi della vigilanza ma anche i manager dei negozi per il lavoro encomiabile. Segno che le esercitazioni che vengono svolte hanno il loro significato. Sono state seguite le procedure, che abbiamo gestito internamente con il supporto dei carabinieri. E tutto si è svolto in modo regolare».

Un elogio è arrivato dalle forze dell’ordine e dal sindaco Alessandro Nardese, che chiede di fare piena luce sugli autori dell’allarme. «Il mio auspicio è che i responsabili vengano presi, quanto accaduto è assurdo», ha detto Nardese, «la gestione dell’emergenza ha funzionato bene. Non ci sono stati momenti di panico o di ressa. Il personale era preparato perché addestrato ai piani di evacuazione. Ma anche la gente è stata brava e si è attenuta alle indicazioni».

Sono state evacuate sabato sera circa tremila persone in pochi minuti. Poi, carabinieri, polizia, vigili del fuoco, con la vigilanza e la protezione civile, hanno controllato negozi, cestini dell'immondizia, posaceneri, portici. L'outlet di Noventa è una città in miniatura e non è stato certo facile garantire la sicurezza totale.

È la seconda volta nell’arco di poco più di sei mesi, quella di sabato, che il centro commerciale Valecenter a Marcon, si trova a fronteggiare una situazione di emergenza, in cui deve applicare il protocollo di sicurezza e far evacuare migliaia di persone. Un’impresa tutt’altro che facile, se si considera che il sabato, alle sette, c’è il picco di affluenza. Il sindaco, Andrea Follini, arrivato poco dopo l’allarme, è rimasto fuori dalla security room, assieme ai vigili del fuoco, entrati inizialmente per controllare che non ci fosse qualche cosa nell’impianto di condizionamento: «In questi casi il protocollo prevede che si parta da una situazione di rischio più alta, per poi escludere ogni fattore di pericolo. Poi carabinieri e digos, hanno setacciato punto per punto, tutta l’ampiezza dello stabile, per accertarsi che non ci fossero pacchi, anche fasulli, come accaduto a fine maggio. Scampato l’allarme, hanno riconsegnato il centro al vicedirettore». «L’evacuazione è durata in tutto 13,14 minuti», continua il sindaco, «le persone sono uscite tutte, ed erano qualche migliaio, tra dipendenti, commesse e clienti». C’è chi ha mollato spesa e carrelli, chi ha abbandonato vestiti in sala provino. Poi sono rientrati solo i dipendenti a mettere ordine. «La gente», prosegue il sindaco, «ha preso l’auto e se ne è andata e ciò ha creato coda, quando sono arrivato ho lasciato l’auto all’Uci ed effettivamente la strada era intasata». Per questo il sindaco ha chiesto un supporto alla centrale di Venezia, perché mandasse degli agenti a Dese in modo da velocizzare il passaggio vero la rotonda della tangenziale. «Chi ha fatto questa goliardata». chiosa il sindaco, «non ha pensato a cosa può succedere in un centro tanto affollato, dove ci sono bambini, anziani malati di cuore, gli scenari possono essere moltissimi, si tratta di delinquenti».

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