Algarotti di Venezia, continua lo scontro. Gli studenti: "Preside, ritira la nota"
La risposta degli studenti, che chiedono alla dirigente scolastica di ritirare il provvedimento. "Non siamo noi il problema della scuola", dicono

VENEZIA. L'oggetto del contendere? Il malfunzionamento del riscaldamento scolastico. Da una parte gli studenti dell'Algarotti-Sarpi, che hanno scioperato a fronte del freddo che dicono di patire. Dall'altra la preside, che alla luce della manifestazione non autorizzata, ha rifilato una nota a tutti.
Ecco la risposta degli studenti, che chiedono alla dirigente scolastica di ritirare il provvedimento. "Non siamo noi il problema della scuola", dicono
"Siamo gli studenti e le studentesse dell’Algarotti-Sarpi, oggi uniti all’inizio delle lezioni per dire che non siamo noi il problema della scuola!
In seguito alle dichiarazioni rilasciate dalla preside ai giornali, riteniamo di dover prendere di nuovo parola.
Rivendichiamo di essere usciti dall’istituto insieme il 30 gennaio, perché molti altri giovani nel solo giro di un mese hanno subito condizioni simili ed è il momento che venga affrontata la questione. Durante l’assemblea quella mattina sono emersi i diversi malumori che ogni giorno viviamo nelle classi.
Il 7 febbraio in manifestazione a Mestre, sotto l’ufficio scolastico regionale, moltissime scuole del territorio hanno denunciato le condizioni del loro istituto, tratteggiando una situazione di malessere diffuso e sottolineando un problema generale del mondo dell’Istruzione in Italia, il meno finanziato in Europa, andando ben oltre il tema dell’edilizia scolastica che è stato piuttosto la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Teniamo a riaffermare che l'obiettivo della nostra mobilitazione non riguardava la dirigenza nello specifico ma l'intero sistema scolastico che non si occupa di trovare la risoluzione dei problemi in modo decisivo ma da solo spazio a interventi tampone.
Allo stesso tempo pensiamo sia doveroso ricostruire ancora una volta nell'interezza come si sono svolti i fatti la mattina del 30 gennaio. Per prima cosa, nessuno è stato costretto a uscire, sia ben chiaro.
Dopo essere usciti dall'edificio scolastico ci siamo recati al parco dietro Ca'Savorgnan per dare vita ad un momento assembleare che ha permesso agli studenti e alle studentesse di esprimersi in merito ai disagi riscontrati nell'ambiente scolastico.
La preside sostiene di essersi dunque avvicinata per chiamarci quando è partito il "fuggi fuggi" generale. Peccato che tutti ci fossimo già mossi verso l'entrata dell’edificio in modo tranquillo senza per altro aver notato la presenza della preside in giardino che ci è stata in seguito riportata da alcune studentesse che erano state invitate singolarmente ad entrare in classe ma che avevano rifiutato in virtù dell’atto di protesta fatto in precedenza.
A differenza di quello che è riportato testualmente nell’ “ammonimento scritto”, la preside non ha quindi invitato le 400 persone a tornare a scuola, al contrario imponendo a studenti e studentesse di tornare a casa perché “ingombravano la fondamenta”.
Non ci stiamo ad essere dipinti come ipocriti e provocatori come fanno trasparire le dichiarazioni della dirigenza. Siamo le studentesse e gli studenti della sua scuola, dovrebbe essere felice che così tanti giovani vogliano denunciare una condizione reiterata di difficoltà, piuttosto che accettarla in silenzio, segno che ci sia la volontà di crescere in una scuola migliore, se ripensata.
Il numero delle note assegnate confermiamo essere circa 400 e non "meno di cento" come dichiarato dalla dirigente. Non siamo disposti ad accettare una punizione di massa imposta per aver rivendicato i nostri diritti!
Esigiamo l’annullamento degli ammonimenti scritti subito! Non siamo noi il problema della Scuola!"
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Leggi anche
Video