Afv non investe più, rischio chiusura

Il gruppo Beltrame ci ripensa, giovedì 22 sciopero di 8 ore alla Sidermarghera e incontro in Comune

MARGHERA. Meno di un anno fa il gruppo siderurgico vicentino Beltrame - proprietario della Afv Sidermarghera, già Italsider, di via del Commercio, dove lavorano circa 140 persone su un’area di pregio, con tanto di banchina portuale - aveva chiesto ai sindacati di accettare il prolungamento della cassa integrazione e la riduzione del personale di una trentina di unità, con l’utilizzo degli ammortizzatori sociali di accompagnamento alla pensione d’anzianità.

In compenso era stato annunciato, nero su bianco, un piano di investimenti aziendali di 10 milioni di euro per ottimizzare il ciclo produttivo con l’utilizzo di nuove tecnologie per le prime lavorazioni dell’alluminio. Un «sacrificio» accettato di malavoglia da lavoratori e sindacati, preoccupati di salvare l’attività produttiva e il resto dei posti di lavoro. Ma nei giorni scorsi, la direzione aziendale ha detto alla Rsu dei lavoratori che, per cause di forza maggiore, il piano d’investimento di 10 milioni è saltato e che a fine mese si riunirà a Vicenza il consiglio di amministrazione di Afv Beltrame per decidere una ristrutturazione dei suoi siti produttivi. Il Gruppo Beltrame - dopo l'acquisizione nel 1994 di Laminés Marchands Européens e delle sue controllate in Francia e Svizzera e, nel 2002, della concorrente italiana Siderurgica Ferrero - è leader in Europa nel mercato dei laminati mercantili ed è un primario produttore di profili speciali per i comparti della cantieristica navale e delle macchine per movimento terra. L’annuncio del blocco degli investimenti e di un nuovo piano di ristrutturazione, fa temere il peggio (la chiusura dell’intero stabilimento) ai lavoratori che nei giorni scorsi hanno scioperato per tre ore e si sono riuniti in assemblea con le organizzazioni sindacali.

«L’azienda non ha mantenuto la parola data e noi siamo molto preoccupati – dice il segretario della Fiom-Cgil veneziana, Luca Trevisan – Senza gli investimenti annunciati per i laminati speciali si pregiudica il futuro di tutto lo stabilimento veneziano e dei suoi occupati. Per questo ci opponiamo a qualsiasi altra ipotesi di riduzione del personale e delle attività produttive, ancor più se chi vuole attuarla è un grosso gruppo industriale che ha tutte le possibilità e le capacità di superare la crisi senza scaricarla sui lavoratori ma a suon di investimenti produttivi, come aveva promesso di fare pochi mesi fa».

Per giovedì 22 marzo è annunciato un nuovo sciopero, stavolta di 8 ore, in concomitanza con il previsto incontro in municipio a Mestre a cui dovrebbe partecipare, oltre all’assessore alle Attività Produttive Antonio Paruzzolo, anche il sindaco Giorgio Orsoni. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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