Addio a Caprioglio architetto colto e amministratore che amava Mestre
È stato un architetto, un amministratore pubblico e un cultore della musica. E il filo conduttore che teneva insieme tutto era la passione nutrita di curiosità, a partire dalla sua città. È morto nella notte tra domenica e lunedì l’architetto Giovanni “Gianni” Caprioglio, aveva 78 anni. Dopo la laurea, nel 1968, aveva iniziato la professione nel suo studio di Piazzetta Da Re, occupandosi di progettazione architettonica e di disegno urbano. Molti i suoi interventi a Mestre: il più recente la riqualificazione di piazzale Candiani e del cinema, con la pavimentazione colorata della piazza, pensata insieme al pittore Luigi Gardenal. L’ultimo grande progetto nella sua Mestre, un modo per restituire qualcosa alla sua città, un intervento di cui era molto orgoglioso. Ma portano la sua firma in città, tra gli edifici più noti, anche il Novotel di via Castellana, la sede della società Veritas, la nuova sede dell’Autorità portuale a San Basilio, la Torre di San Lorenzo e l’hangar Aeronavali a Tessera. Fuori città invece aveva realizzato, tra le altre cose, l’ospedale di Gemona - dopo il terremoto del Friuli aveva lavorato alla ricostruzione dei paesi sbriciolati - il municipio di Rivignano, al quale era molto legato, e che gli era valso un riconoscimento da parte di Bruno Zevi, e in anni più recenti il casello autostradale di Ronchis-Latisana lungo l’A4, quello con le due ali. Un landmark capace di segnare il territorio, un intervento di cui andava fiero perché lo aveva portato in quelle terre dove la sua carriera professionale era decollata. La politica era l’altra sua grande passione.
Partendo dal basso era stato, nelle file della Dc, prima consigliere di quartiere al rione Piave, poi consigliere comunale a Ca’ Farsetti (1985-1990), e poi fino al 1993 assessore ai Lavori pubblici per Mestre e Cavallino nella giunta di Ugo Bergamo. Fu l’assessore Caprioglio a voler realizzare il ponte di via Da Verrazzano, un intervento che aprì un forte dibattito in città. In anni più recenti invece è stato presidente dell’Ente Parchi, l’ente del comune chiamato a gestire le principali aree verdi tra le quali il parco di San Giuliano e il parco Bissuola. Ma sono tanti, a riprova del suo interesse per Mestre, gli incarichi ricoperti nel corso degli anni: membro del Consiglio degli Affari Economici della Parrocchia di San Lorenzo di Mestre, membro del Consiglio della Fondazione del Duomo di Mestre, presidente del Lions Club Technè. Incarichi che testimoniano la sua curiosità e passione civile. Negli ultimi era molto impegnato con gli amici della musica. Venerdì sera era al teatro Toniolo per la cerimonia del premio letterario Settembrini. Nella notte tra domenica e lunedì, intorno alle 2.30, è stato colto da un infarto fulminante, e vano è stato ogni tentativo di rianimazione da parte dei medici chiamati dalla moglie Emanuela.
«E’ stato un faro per tutti noi», lo ricorda il figlio Filippo, anche lui noto architetto, «che ci ha insegnato ad apprezzare le cose belle, nell’architettura, nell’arte, nella cucina. Non si accontentava mai, era curioso e aveva una certa visione della città. E’ stato un padre molto presente, e poi un nonno dolcissimo». Oltre alla moglie Emanuela e a Filippo, Giovanni lascia anche l’altro figlio, Tommaso, diplomatico. Era anche zio dell’attrice Debora Caprioglio. Il funerale sarà celebrato giovedì alle 11 nel Duomo di San Lorenzo. Unanime il cordoglio della città, dal sindaco Luigi Brugnaro («Ha contribuito a valorizzare la città») al Pd («Non si è mai risparmiato nell’offrire il proprio contributo») a Bettin («Un intellettuale che lascia un segno in città») a tutte le associazioni con le quali, in questi anni, si è sempre impegnato per Mestre. —
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