Actv, referendum per 2.700 lavoratori Due giorni di voto dopo 7 mesi di scontri

I sindacati uniti per il Sì all’accordo, contrario solo Sgb. «Garantiti continuità aziendale, reddito e occupazione» 
Eugenio Pendolini
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 14.10.2019.- Inaugurazione nuovo pontile actv D/E linee 3-5.2-4.2-4.1. Piazzale Roma. Sindaco Luigi Brugnaro con Giovanni Seno.
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 14.10.2019.- Inaugurazione nuovo pontile actv D/E linee 3-5.2-4.2-4.1. Piazzale Roma. Sindaco Luigi Brugnaro con Giovanni Seno.



Dopo sette mesi di trattative, la vertenza sindacale iniziata a gennaio sulla disdetta degli accordi integrativi di secondo livello per i 3.100 dipendenti del gruppo Avm (che comprende Actv, Vela e Avm) arriva allo snodo cruciale. Oggi dalle 9 alle 18 e domani dalle 9 alle 14 è in programma il referendum sull’ipotesi di accordo raggiunta dall’azienda e dalle organizzazioni sindacali nella serata del 20 luglio. Ad essere chiamati al voto sono solo i dipendenti di Actv, circa 2.700 in totale (1.000 nel settore navigazione, 900 in quello automobilistico, più impiegati, officine e cantieri). Trattativa ancora aperta invece per quanto riguarda Vela e Avm. In questi mesi di tensione, tra scioperi e continue fumate nere, si è infatti deciso di dare la priorità all’azienda del trasporto pubblico.

Il quorum

Perché il voto sia valido, è necessario il raggiungimento del quorum del 50%. Dieci i seggi distribuiti in tutto il territorio collegato da Actv (Lido Santa Maria Elisabetta, piazzale Roma, Tronchetto, Fondamente Nuove, Cantiere Pellestrina, Mestre deposito Pertini, deposito in via della Fisica, piazzale Cialdini, deposito Dolo, Chioggia ufficio Cra). Il voto sul quesito (“Sei favorevole all’ipotesi di accordo del 20 luglio?”) sarà espresso in via telematica, salvo problemi di connessione. I risultati saranno comunicati già nella serata di domani.

L’esito, va da sé, non è affatto scontato. Dei 2.700 dipendenti di Actv, circa il 55% è iscritto a una sigla sindacale. In base alle ultime elezioni delle Rsu del 2019, la maggior rappresentatività ce l’ha la Cgil con 17 delegati. Seguono Cisl (14), Uil (10), Faisa (5), Ugl (3), Usb (2). Queste sigle sindacali, che a partire dal 26 gennaio hanno condotto la trattativa insieme, si sono apertamente schierate per il “sì” al documento condiviso il 20 luglio, quando la firma sembrava ad un passo. Il tutto, in un clima di tensioni e reciproche accuse provocato dal caos alle linee cittadine registrato negli ultimi mesi.

le pOSIZIONI

Il fronte sindacale è pressoché unito, l’unica sigla apertamente schierata per il “no” è Sgb. Per il sì è schierata la Cgil: «L’accordo è qualcosa di positivo pur se difensivo», le parole di Valter Novembrini, alla vigilia del voto. Per Marino De Terlizzi (Cisl) «votando favorevolmente, sarà garantita la continuità aziendale, reddito e occupazione, leva generazionale, scivoli, sviluppo, anche per chi ha parenti stagionali. Viceversa, votando no sarà molto difficile risalire la china e gli esiti rispetto ad una grande azienda pubblica saranno molto incerti». Dello stesso avviso anche Francesco Sambo (Uil) secondo cui l’accordo raggiunto il 20 luglio è stato «il massimo di quello che si poteva ottenere»: «Nei giorni scorsi abbiamo dato indicazione di votare sì, anche perché piani B non ce ne sono se non il disciplinare da parte dell’azienda con modifiche in peggio della parte normativa ed economica del contratto». Parla di «no come suicidio per i lavoratori» Igor Cuzzolin (Ugl), secondo cui l’accordo è una buona base di partenza. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Alberto Cancian (Usb): «Sono stati inseriti degli elementi che hanno fatto cambiare idea dopodiché prenderò atto di qualsiasi sia la decisione dei lavoratori». Apertamente per il “no”, invece, la sigla Sgb che non ha delegati nel parlamentino della Rsu e in questi mesi non ha partecipato ai tavoli di trattativa. Per Sgb, che si è scagliata contro l’amministrazione comunale e la dirigenza di Avm, si tratta di un’ipotesi di accordo «a perdere dopo sette mesi di lotte e sacrifici». —

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