Abbracci e peluche le richieste di affetto spedite a Babbo Natale dagli ospiti delle rsa

La dolcezza nelle letterine raccolte dall’associazione “Un sorriso in più” raccolte nelle strutture veneziane ed esaudite da nipoti o sconosciuti 

VENEZIA. Per Giovanni, ospite della Ca’ dei fiori di Quarto D’Altino, il 25 dicembre sarà un giorno speciale: «Non solo festeggio il Natale, ma anche il mio 85esimo compleanno. Desidero indossare una bella ed elegante camicia del colore che più vi piace». Ed è un desiderio che ricalca quelli di Giovannina ed Emilia, di San Donà. La prima chiede una gonna lunga, nera e un paio di calze con qualche ricamo, mentre la seconda una maglia. «Per sentirci carine».

Mentre Lidia, 93 anni, dalla Carlo Steeb del Lido chiede dell’acqua di colonia, «ma solo se non è troppo di disturbo, sennò non importa».

E poi Gianfranca, 80 anni: «Io non vorrei essere di peso a nessuno. Se proprio insistete, un piccolo profumo. Ma se non potete non importa, io non chiedo niente. Comunque, grazie lo stesso».

Sono le letterine che i nonni, ospiti delle case di riposo della provincia di Venezia, hanno spedito a Babbo Natale. O, meglio, ai nipoti di Babbo Natale: messaggi nella bottiglia, già tutti esauditi dai loro nipoti, ma anche da sconosciuti che, in forma anonima, hanno accolto queste piccole richieste, raccolte nel sito del progetto. Progetto ideato dall’associazione

“Un sorriso in più” e che si chiama proprio “Nipoti di Babbo Natale”. Iniziativa nazionale a cui hanno aderito 9 case di riposo veneziane (la Casson di Chioggia, il centro Nazaret a Mestre, la Residenza Venezia a Marghera, la Mariutto a Mirano, la Carlo Steeb al Lido, la Francescon a Portogruaro, la Ca’ dei fiori a Quarto D’Altino, la Ca’ Vio a Cavallino, il Monumento ai caduti di guerra a San Donà), chiedendo ai nonnini di esprimere un desiderio per Natale.

Il ritratto che viene fuori è quello di una generazione che ha dato tanto, per poi fare un passo indietro. Lo mostrano bene le richieste timide, di una semplicità disarmante, di fronte a una domanda evidentemente inedita: «Cosa desiderereste per Natale?». Un capovolgimento nelle attenzioni a cui i nostri nonni non sono abituati.

I ricordi

Al Lido c’è Luciana, 89 anni: «Mi piacerebbe avere una fedina con inciso “Luciana” e “Rito”, che era il nome del mio amato marito, che mi manca davvero tanto». Così Anita, 88 anni, che vorrebbe avere una fedina d’argento, come quando si è sposata.

I doni sono spesso un modo per appigliarsi a un passato che non c’è più. A un ricordo, nella paura che sbiadisca. «Vorrei un cane di peluche che mi ricordi il mio pastore belga di nome Rea, che questo Natale non posso abbracciare» la richiesta di Stella Maria, ospite della Residenza Venezia.

Mentre Milena, 86enne del Lido, chiede una cornice per il suo ricordo più caro: «Distrattamente, mi è caduta dalle mani la cornice dove c’era la foto di mio marito. Mi piacerebbe averne un’altra, semplice, magari con il bordo color argento».E poi c’è il senso di solitudine, che fa paura: «Per questo Natale mi piacerebbe ricevere un peluche parlante, che mi faccia compagnia» la richiesta di Elisa.

La semplicità

«Da ragazza, difficilmente ero a casa il giorno di Natale, perché lavoravo in cotonificio. Anche mio papà lavorava e non festeggiavamo mai, perché non avevamo neanche i soldi per mangiare. Mi piacerebbe ricevere del borotalco e una coperta» la letterina di Amalia, 94 anni, ospite della Francescon di Portogruaro.

E poi c’è Ada: «Non trovo più la mia borsetta. . Era piccola, consumata e dentro non c’era niente di valore. Ma io ci tenevo, perché sono sempre stata abituata ad avere una borsetta con dentro almeno i fazzoletti e qualche caramella. Mi faceva sentire sicura». Maria, 92 anni, chiede un panino da mangiare a colazione. Mentre Bruno vorrebbe un Pandoro «da mangiare insieme agli altri, per fare festa». Tra le richieste dei nonni c’è la cioccolata. «Come quella di cui fanno la pubblicità per televisione, che quando la vedo mi viene l’acquolina in bocca» ammette Rosa, 89 anni.

Strappando un sorriso, in realtà molto amaro. «È l’anziano che, nella parabola della vita, ritorna un po’ bambino. Al periodo in cui le lettere scritte per Babbo Natale erano pregne di entusiasmo» commenta commosso Antonio Rizzato, direttore della Casson.

Le passioni

Ma, tra le richieste dei nonni, c’è anche qualche oggetto che consenta loro di rispolverare le vecchie passioni. «Mi piacerebbe ricevere una radiolina, da mettere sul comodino, per ascoltare la musica. Mi piace tanto la musica e adoro ballare» la confidenza di Silvio.

E Gabriella almeno per il giorno di Natale chiede: «Non contatemi le sigarette». E Valter rilancia: «Vorrei una sigaretta elettronica». La passione di Angelo, 81enne di San Donà, è il cinema e per questo chiede «Un bel libro fotografico con le attrici famose: Sophia Loren, Marilyn Monroe, Gina Lollobrigida». E che spirito, nonna Annamaria. Di 99 anni, vorrebbe un paio di occhiali da vista, per essere più veloce nel segnare i numeri della tombola.

E poi Dante, 95 anni: «Nella mia vita ne ho passate tante. Sono stato partigiano, ho vissuto in un campo di concentramento e alla mia età faccio fatica a pensare a cosa vorrei per Natale. Ma due cose ancora mi piace fare: leggere e scrivere. Sul comodino della mia stanza sono pieno di libri. Per Natale vorrei avere una piccola libreria per metterli in ordine».

E poi c’è Armanda, di 95 anni, che chiede semplicemente “qualcosa di rosso” («Il mio colore preferito») da trovare sotto l’albero. Mentre Marcella, nell’impossibilità di «riabbracciare la mia famiglia e darghe do strucotti come digo mi», chiede dei braccialetti «sbrilluccicanti».

Sentirsi belli

E poi c’è il rossetto rosso per Donata. La parrucca per Danila, a cui non piace più vedersi con i capelli corti e bianchi. Il profumo per Rosa, 97 anni: «Non ho grandi desideri, perché sto bene così. Però un profumino mi farebbe piacere averlo». Mentre Federico, 99 anni, non vuole perdersi neanche una parola dei suoi amici, «per non fare brutta figura». Per questo chiede le batterie per l’apparecchio acustico.

E Gianpaolo, 78 anni, di fronte alla cui lettera è impossibile non commuoversi: «Per Natale desidererei ricevere un paio di blue jeans, come quelli che indossavo quando ho incontrato per la prima volta la donna più bella che abbia mai visto e che poi è diventata mia moglie. Lei sedeva accanto a un giradischi nel salotto di un amico comune e quando la vidi capii cosa fosse davvero la bellezza». —

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