A Zelarino nasce il distretto del commercio
Più di cento attività in un chilometro quadrato, un manager per promuoverle e già 4 progetti al via

Foto Agenzia Candussi/ Scattolin/ Zelarino/ Negozi in via Castellana
A Zelarino c’è una realtà commerciale così vitale, fatta di negozi di vicinato, di rapporti quotidiani con i residenti, di offerta di qualità, da farsi beffe del vicino polo commerciale Auchan: 110 attività in nemmeno un chilometro di strada, 76 tra negozi, bar, ristoranti e 23 uffici legati al terziario e solo 10 locali sfitti. «Ma per poco, perché se una attività chiude, poco dopo ne apre un’altra», racconta Daniele Bigozzi, portavoce dell’Associazione Noi in Zelarino, «qui il negozio di vicinato resiste».
Un caso di studio per la Confesercenti, che con Comune e Camera di commercio (che ha finanziato il progetto) ha fatto di Zelarino il primo “Distretto del commercio”: il che significa avere un tavolo attivo tra imprenditori, associazioni, volontari, amministrazione «per promuovere l’attrattività, fruibilità e la qualità della vita in zona»; un manager che gestisce questa rete (nel caso di Zelarino, Giovanni Scapini); organizzare eventi pubblici, ma anche formazione e aggiornamento per i commercianti.
E significa soprattutto poter accedere ai fondi regionali stanziati con la legge 50/2012: il 30 novembre scadrà il termine per presentare le domande di finanziamento e solo Zelarino potrà farlo. Intanto si parte con quattro progetti sostenuti dalla Ccia: “Il mio amico bottegaio” che coinvolge bambini e scuole; “Profumi di Natale” e “Tenetevi i saldi” in occasione delle festività e dei saldi; “Tre cuori” per dare sostegno attraverso gli acquisti alle onlus di volontariato.
Sarà un caso, ma a Zelarino abitano tutti i partecipanti alla conferenza stampa di presentazione del progetto: il direttore di Confesercenti Maurizio Franceschi, il sindaco (che abita vicino, a Mogliano), l’assessora al decentramento Paola Mar che qui vive da una vita.
«Abbiamo scelto Zelarino», dice Franceschi, «perché è un’area urbana con una specifica identità culturale e sociale. Qui contiamo 110 attività molto diverse, tra negozi e servizi, molto qualificati: la comunità si rivolge ai propri negozi. La percentuale di negozi sfitti è inferiore al 10%, contro il 23% del salotto buono di Mestre, che invece come le altre città attraversa una fase difficile, per la forte presenza della grande distribuzione che compromette la vita cittadina». «Sperimentiamo a Zelarino questa formula, ma vogliamo farla in tutte le “città” del Comune», interviene il sindaco Brugnaro, «l’aspetto importante è riconoscere il valore sociale del commerciante. Se diamo valore a queste persone, le aggiorniamo rispetto a tutte le iniziative proposte nella città metropolitana si sentiranno ancora più partecipi della vita della comunità. In periferia si vive bene: per questo va raccontata e allargata al più presto alle altre realtà della terraferma, Mestre in primis. Il primo passo è sconfiggere la cultura le piagnisteo. Stiamo lavorando su sicurezza, decoro, riqualificazione urbana: anche piazza Ferretto sta cambiando volto e migliorando, ma anche i commercianti devono metterci del loro». E Venezia dove i negozi di vicinato chiudono, i residenti calano e il turismo cresce? «Non mi direte che si vive male a Venezia?», s’accende Brugnaro, «50 mila persone non sono poche e ha risorse di grande qualità come il mercato di Rialto, l’ittico, ma se si continua a ripetere che si sta male, la gente scappa».
(r.d.r.)
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