A Mestre funerale in piazza per i due pini abbattuti: la protesta degli ambientalisti

MESTRE. Un funerale per ricordare due amici, che non ci sono più. Prende la forma di una funzione di addio, rigorosamente laica con omaggi floreali ma anche artistici, la iniziativa di protesta per l’abbattimento, lunedì 20 giugno, dei due alti pini che da decenni affiancavano la chiesa del Duomo di San Lorenzo, in piazza Ferretto. Erano rimasti gli unici alberi della piazza, lato via Poerio, e sono stati tagliati a sorpresa.
Quei due pini, erano un pezzo della storia della città e Amico Albero protesta contro quello che definisce un «massacro», organizzando un pubblico funerale.
L’epigrafe spiega: «Ha decretato la loro dipartita il parroco che li riteneva pericolosi per i passanti e perché rovinavano il muretto di cinta».
Michele Boato, ambientalista cittadino, e Francesco Brunello, intendono dare voce a quanti hanno accolto con una lacrima, tanto rammarico e anche evidente fastidio, la scelta dell’abbattimento.
Le spiegazioni di don Gianni Bernardi, arciprete del Duomo non hanno placato il malcontento. «Erano pericolosi. C’era un problema di sicurezza, perché soprattutto l’albero più vicino all’edicola dei fiori, stava spostando l’antica muretta e la ringhiera della chiesa. Pertanto, ottenute tutte le autorizzazioni, abbiamo dovuto prendere la decisione di tagliarli», ha spiegato al nostro giornale, assicurando che verranno piantati altri alberi, che tutta la parte in questione sarà rimessa a nuovo nell’ambito del restyling del Duomo, e che là sarà collocata la statua di Viani che si trova davanti al Laurentianum, che sarà valorizzata con un evidente collegamento al busto di donna che adorna la fontana della piazza.
Amico Albero ha subito contestato l’intervento della parrocchia chiedendo di avere informazioni sulla perizia all’origine dell’abbattimento e sul professionista che la ha stilata. Informazioni che, se rese pubbliche, in tanti casi come questo potrebbero consentire di chiarire i contorni di scelte, non popolari quando si parla di verde che scompare. Del resto ambientalisti e associazioni attendono da 7 anni la convocazione del Forum del Verde, ricordano Boato e Brunello, «previsto dal Regolamento comunale del Verde, funzionante fino al 2015, quando l'ineffabile assessore all’Ambiente ha deciso di sopprimerlo di fatto, inventandosi che non si era mai convocato prima».
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