Venezia, sequestrato un falso dipinto attribuito al Tiepolo, indagati due trevigiani
Nel mirino delle fiamme gialle veneziane l’autore del quadro e colui il quale l’avrebbe messo in vendita, entrambi residenti a Treviso

Un falso dipinto attribuito a Giambattista Tiepolo era in circolazione da tre anni. Il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Venezia la scorsa estate ha dato esecuzione, su ordine della Procura della Repubblica di Treviso, a una serie di perquisizioni, legate alla messa in vendita di un quadro attribuito a Giambattista Tiepolo ritenuto falso e dunque sottoposto a sequestro.
I successivi accertamenti di polizia e le approfondite indagini tecniche condotte dai Finanzieri hanno consentito di raccogliere importanti elementi a conferma della contraffazione.
L’indagine eseguita trae origine da una attività di iniziativa condotta Fiamme gialle lagunari, specificatamente dedicata al controllo economico-finanziario del mercato dell’arte, effettuata mediante la verifica degli obblighi antiriciclaggio e di quelli fiscali da parte di gallerie d’arte, case d’asta e di quelle online.
Nell’ambito dell’analisi è stata posta attenzione sull’opera d’arte attribuita all’artista, uno dei maggiori pittori del Settecento Veneziano, posta in vendita tramite una Casa d’Aste piemontese.
Il dipinto circolava nel mercato dell’arte da oltre tre anni, passato più volte di mano in mano da antiquari, galleristi, restauratori, collezioni privati fino a che è stato fatto emergere sul mercato ufficiale per mezzo di una casa d’aste.
“L’Apollo con lo scudo”, questo è il nome dell’opera ritenuta contraffatta, è uno “spolvero d’affresco” cm. 50x60 utilizzato quale lavoro preparatorio per la realizzazione di un affresco, tecnica pittorica per la quale l’artista è considerato un maestro.
L’elemento peculiare che ha insospettito i Finanzieri è stata la presenza di più accrediti di autenticità rilasciati, sotto forma di relazioni peritali, da esperti d’arte defunti: certificazioni che, per esperienza investigativa, sono spesso utilizzate da falsari e trafficanti d’arte per autenticare dipinti di pregio o comunque per celarne l’illecita provenienza.
Dopo aver effettuato i doverosi accertamenti preliminari, ponendo in visione l’opera a storici d’arte studiosi del Tiepolo e le copie delle certificazioni agli eredi di coloro che le avevano sottoscritte, è stato possibile rafforzare i sospetti di falsità sia del quadro (che le analisi al carbonio hanno datato successivo al 1950), sia delle relative certificazioni di autenticità.
A conclusione dell’attività risultano indagate due persone, entrambe residenti a Treviso (il presunto autore del falso e colui che lo avrebbe posto in vendita), destinatari dei decreti di perquisizioni nel cui corso è stato rinvenuto materiale utilizzato per la contraffazione dell’opera d’arte e dei relativi certificati.
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