Mestre, muore a 40 anni dopo lo schianto in moto
Non ce l’ha fatta Fabio Gervasutti Pietrobon, il quarantenne di Mirano che sabato scorso era finito a terra con la sua moto, all’altezza di via Bottenigo. Sposato e padre di due bambine di 4 e 10 anni, lavorava come tecnico dell’acquedotto alla Veritas-Acm

MIRANO.
Ha lottato per quattro giorni tra la vita e la morte in un letto dell’ospedale dell’Angelo di Mestre. Ieri però si è arreso. Non ce l’ha fatta Fabio Gervasutti Pietrobon, il quarantenne di Mirano che sabato scorso era finito a terra con la sua moto, dopo aver urtato un’auto all’altezza di via Bottenigo, a Mestre. Il sottile filo di speranza che lo teneva legato alla vita si è spezzato nel primo pomeriggio di ieri, al reparto di Rianimazione dell’ospedale mestrino, dov’era stato ricoverato in condizioni disperate.
Era il figlio adottivo dell’ex presidente del Consiglio comunale di Mirano, Paolo Pietrobon, da cui aveva preso il secondo cognome. Sposato con Sabrina Coccato, padre di due bambine piccole, di 4 e 10 anni, Fabio Gervasutti viveva con la famiglia in via Giorgione, una laterale di via Cavin di Sala. Lavorava come tecnico dell’acquedotto alla Veritas-Acm ed era un grande appassionato di moto e motori.
Era rimasto orfano, come il fratello più giovane Adriano, quando il padre naturale morì tragicamente all’età di 28 anni. Fu adottato dalla famiglia di Paolo Pietrobon, molto conosciuto a Mirano e in particolare nel quartiere Moro, dove è impegnato in attività di promozione sociale all’interno dell’Auser. Sabato, intorno alle 18, Gervasutti stava viaggiando in sella alla sua Honda RX 650 lungo le strade della zona di via Bottenigo, quando ha urtato sulla fiancata una Daihatsu Sirio, guidata da un ventenne di Marghera, piombando a terra. Entrambi procedevano in direzione della rotatoria della Sme. Nella caduta è avvenuto il dramma. Il motociclista ha sbattuto violentemente la testa, riportando un gravissimo trauma cranico. Sul posto è intervenuta un’ambulanza del Suem di Mestre e una pattuglia del reparto motorizzato della polizia locale.
Le condizioni del miranese sono subito apparse molto gravi. L’uomo è stato intubato e trasportato all’ospedale dell’Angelo, dove è stato ricoverato nel reparto di Rianimazione, in prognosi riservata. Ha subìto un delicato intervento alla testa, ma il suo quadro clinico non si è mai stabilizzato, tanto che i medici hanno fin dall’inizio lasciato poche speranze. I funerali si terranno nei prossimi giorni a Mirano, mentre la famiglia si è chiusa in uno stretto riserbo.
Argomenti:incidenti stradali
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