La libertà, le guerre e la visita del Papa a Venezia: ecco l’omelia pasquale del Patriarca Moraglia

Durante la messa nella Basilica di San Marco, il pensiero è andato anche alle guerre in corso e agli episodi di terrorismo 

Il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia
Il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia

Il concetto di libertà come ricostruzione e consegna dell’essere umano a se stesso,  è stato al centro dell’omelia del Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, nella Basilica di San Marco. «È quella prigione in cui Cristo entra, per liberare chi vi si trova, dovunque c’è un’alienazione e una privazione della libertà dell’uomo. La grande libertà si misura sempre sulla verità dell’uomo, perché la libertà non è l’arbitrio o il capriccio di fare ciò che si vuole, il potere e il voler decidere quello che più aggrada» ha ricordato Moraglia, sottolineando che la libertà non è nient’altro che comunione con gli altri, partecipazione e verità. «Comunione vuol dire, innanzitutto, relazione: se c’è incapacità di relazionarsi con gli altri, manca la libertà. Se poi manca la partecipazione – “io ci sono” –, manca la libertà. Se però comunione e partecipazione prescindono dalla verità, allora non sono ancora quella comunione e quella partecipazione in grado d’esprimere la libertà della persona». 

E il discorso sulla libertà non poteva andare ad abbracciare anche il suo contrario, la prigionia. «Quante, nella storia, le prigioni che si sono succedute e che, oggi, viviamo e che ancora si succederanno fino alla fine dei tempi!» ha commentato il Patriarca, «Ritroviamo continuamente la non libertà e la prigionia dell’uomo nell’assenza di verità, di comunione e di partecipazione; possiamo - più esattamente - parlare di comunione negata, di partecipazione negata, di verità negata». 

Non è mancato il commento agli episodi internazionali che hanno scosso il mondo: «Anche i fatti di questi ultimi giorni raccontano ciò che si può fare contro l’uomo e i popoli – guerre, stermini, terrorismo – quando non si rispettano la dignità, la vita e la libertà delle persone, mettendo da parte la questione della verità». 

Un pensiero, infine, è stato rivolto a Papa Francesco: «Rivolgiamo un pensiero affettuoso al Santo Padre che, fra pochi giorni, sarà qui a Venezia; l'incontro col successore di Pietro ci spinga a guardare a Gesù risorto per essere, soprattutto oggi, testimoni di misericordia, pace e giustizia tra le persone e i popoli» ha detto,  in riferimento alla visita del Papa in Laguna, il prossimo 28 aprile. «Affidiamo, infine, la sua persona e il suo ministero alla guida materna della nostra Madonna della Salute».

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