Spitz nomina Ossola suo consulente: Mose, il groviglio dei commissari e dei ritardi

VENEZIA. I cantieri del Mose sono a rischio blocco, per i mancati pagamenti alle imprese. Gli impianti non sono finiti. Le conche di navigazione sono fuori uso e il nuovo Piano morfologico non è stato fatto. I progetti per la difesa della Basilica sono stati ritardati e le criticità del Mose ancora irrisolte.
Un quadro non molto confortante quello che si presenta un anno dopo la nomina a commissario “Sblocca cantieri” di Elisabetta Spitz, ex direttore del Demanio e già commissario della società Sorgente sgr. Malumori che cominciano a serpeggiare tra le imprese e negli enti veneziani per i ritardi che si accumulano. «Se non saremo pagati le attività del Mose sono a rischio», ha detto ieri il presidente di Kostruttiva Devis Rizzo a nome di tutte le imprese che garantiscono i sollevamenti del Mose. Un problema che era sorto già un anno fa, con le accuse dei ritardi rivolte ai commissari del Consorzio.
Ma adesso il Mose è in mano alla Spitz. Che ha diretto con successo i primi sollevamenti, peraltro già predisposti. Ma nulla ha cambiato su quel fronte. «Le nostre imprese rischiano, ma anche il Mose è a rischio implosione», avverte Rizzo. I finanziamenti non arrivano, e anche gli altri progetti in laguna sono bloccati, a cominciare dal Piano Europa. E l’insoddisfazione è diffusa.
Intanto ieri, con lettera ufficiale, la commissari Spitz ha “comunicato” agli uffici veneziani del Provveditorato alle Opere pubbliche la sua decisione di assumere il commissario del Consorzio decaduto, l’ingegnere Francesco Ossola, come suo consulente per la sicurezza. L’ingegnere torinese, che si era attributo l’incarico di direzione dei lavori nel 2015, entrerà a far parte della schiera di consulenti della Spitz. Stipendiati, secondo il suo decreto di nomina, con un milione di euro dei fondi del Mose.
Una scelta che ha provocato qualche polemica. Ossola, 73 anni, è proprio colui che ha diretto i lavori negli ultimi anni e dunque è in qualche modo corresponsabile dei ritardi. Non gode di grande simpatia tra le imprese e tra i lavoratori. E potrebbe configurarsi nel nuovo incarico un conflitto di interessi. Tanto che è stato richiesto un parere all’Avvocatura dello Stato.
Può un amministratore straordinario, nominato dall’ Anac e dal ministero degli Interni dopo lo scandalo continuare il suo lavoro anche dopo lo scioglimento del Consorzio? L’altro amministratore, Giuseppe Fiengo, si è dimesso il giorno dopo l’entrata in vigore della legge che istituisce la nuova Autorità per la laguna, che dovrà subentrare al soggetto privato e assumere i poteri del Provveditorato. Secondo Spitz invece è possibile, in base all’articolo 2 del suo Dpcm di nomina del 29 novembre 2019, che affida al commissario l’incarico per la sicurezza del lavoro. «Siccome non ho i requisiti comunico la decisione di scegliere Ossola, che non si occuperà però di collaudi dell’opera e dei sollevamenti». Un groviglio che non si dipana. —
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