Sorpresa in centro I cinesi lasciano “vince” un italiano

Chiude il “Mandarino”, apre la prosciutteria “La Catena”. Sono tante le attività che chiudono, ma anche chi apre, cercando di scommettere sul futuro nonostante la crisi. In centro, da qualche mese è iniziata la rivoluzione dei locali. Dopo Saint Roche, la nuova brasserie della catena Lune Blange, che ha aperto a fianco della storica paninoteca Scarpon (in via Manin), è stata la volta del Celtic Pub, gestito da Alessandro Pasqualetto (appena tornato dall'estero per investire in Veneto) dove un tempo si trovava l’Excalibur, mentre in via Verdi al posto del mitico Irish Pub, a giorni aprirà i battenti il Lee Cooper’s Lounge Pub, che aveva casa in galleria Barcella. La new entry, però, che ha inaugurato solo venerdì scorso in posizione centralissima, è la prosciutteria italiana “La Catena”, che si trova in Calle del Sale. Una piacevole sorpresa, se si pensa che fino a fine febbraio, al suo posto si trovava il noto ristorante “Mandarino”, uno dei primi cinesi a sbarcare in città, quando ancora i mestrini conoscevano il cinese solo per sentito dire. Per anni il “Mandarino” è stato il simbolo della cucina etnica, nei tempi d’oro era sempre affollatissimo di giovani e meno giovani, mamme, papà e nonni, famiglie e comitive che festeggiavano i compleanni conditi dal “biscotto della fortuna” e facevano abbuffate di involtini primavera.
Il titolare della prosciutteria si chiama Davide Catena, 33 anni, da cui il nome del locale. Ha ripreso in mano il vecchio ristorante e l’ha rinnovato da cima a fondo, trasformandolo in una trattoria accogliente, con parecchi coperti e pure il plateatico. «Siamo controcorrente», racconta il giovane imprenditore che ha studiato economia del turismo e si è immerso nel mondo della ristorazione parecchi anni fa “penso che si debba rilanciare il nostro Paese, o almeno provarci, io credo nell'Italia. Oggi i giovani emigrano, se ne vanno, le fabbriche chiudono, delocalizzano, c’è molta sfiducia intorno a noi. Io lavoro con gli artigiani, ho solo prodotti di qualità e certificati».
Il pezzo forte è il prosciutto San Daniele doc, che Catena va personalmente a prendere e il cotto alla brace dell’Umbria, tutti affettati sotto gli occhi dei clienti. Insomma un ristorante alla vecchia maniera, dove si gustano cicheti (da assaggiare quelli sul bancone) e piatti della tradizione, vedi alla voce orzo e fagioli e tagliolini al prosciutto: «Quello che propone l’ortolano».
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