Rapine nelle gioiellerie, presa la banda

Dopo la rapina di Stra, i mancati colpi in Piemonte e Lombardia, le rapine a Udine e a San Donà. Colpi messi a segno nel 2010 e nel 2012. Si sono riaperte le porte del carcere per due componenti la banda di banditi trasfertisti di origini napoletane che a inizio anno erano stati arrestati dopo la rapina a una gioielleria compiuta a Stra. Sono stati arrestati dai carabinieri venerdì notte a Napoli e a Pozzuoli. Si tratta di Nunzio Carraturo, 68 anni e Vincenzo Cocchia, (60). Il primo è ritenuto la mente della banda. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Mestre, settimana dopo settimana, stanno mettendo assieme i tasselli investigativi che dimostrano come il gruppo smantellato nei mesi scorsi imperversava tra Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Piemonte, da anni. Trasfertisti specializzati, fin dal 2010, in colpi nei quali prendevano di mira gioiellerie dove non ci fossero sistemi di videosorveglianza e dove proprietari o chi lavorava all’interno erano anziani. A Stra sono stati “fregati” dal fatto che c’era il sistema di videosorveglianza che li ha ripresi. Nonostante lo abbiano staccato e buttato via i carabinieri lo hanno ritrovato e dalle immagini sono riusciti a ricostruire il fotofit dei banditi. Ora grazie a quelle immagini, ma anche ai rilievi della scientifica, sono stati riconosciuti quali responsabili di altri colpi. E non è finita qui.
Il modus operandi del gruppo, caratterizzato da efferatezza nella fase esecutiva con aggressione e sequestro delle vittime, prevedeva: l'effettuazione di diversi sopralluoghi; l'individuazione di gioiellerie prive di sistemi di videosorveglianza; l'assalto di gioiellerie i cui proprietari-addetti alla vendita fossero anziani, per una minore capacità di difesa.
Per ora i carabinieri del Nucleo Investigativo diretti dal colonnello Carmelo Graci, in collaborazione con i colleghi di Udine del maggiore Roberto Scalabrin, hanno trovato gli elementi per ottenere la custodia cautelare per i due arrestati venerdì ritenuti, con certezza secondo gli investigatori, i responsabili assieme ad altri complici delle rapine avvenute il 26 novembre 2010 alla gioielleria "Oro&Logi" di Udine e 1'8 marzo 2012 alla gioielleria "Piussi" di Tarvisio (UD). Dopo la rapina ai danni della gioielleria di Udine che fruttò ai banditi 180 mila euro, il negozio fu costretto a chiudere.
La rapina che rappresenta l’inizio della fine della carriera banditesca del gruppo è avvenuta il 3 gennaio scorso ai danni della gioielleria Simionato di Stra. I banditi, dopo aver aggredito e immobilizzato il titolare, erano scappati con gioielli per un valore di 150mila euro. A marzo in manette erano finiti Nunzio Carraturo, ritenuto il capo del gruppo, 68 anni, arrestato a Bergamo; Rino Cacace, 42 anni, e della fidanzata Samantha Sarcina, 41 anni, arrestati a Milano.
Successivamente le manette scattarono per Cristiano Rossini, 48 anni, residente nell'hinterland milanese. La banda è ritenuta anche responsabile del colpo all’ oreficeria Lo Scrigno di San Donà, avvenuta nel 2012. Mentre gli investigatori dell’Arma stanno mettendo assieme gli elementi per contestare al gruppo altre quattro rapine avvenute tra Veneto e Lombardia.
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