Pediatra indagata per la morte di un neonato
PORTOGRUARO
Una pediatra di Portogruaro, Anna Favia, 47 anni, in servizio all’ospedale di Pordenone, rischia il rinvio a giudizio per il reato di omicidio colposo in merito alla morte del piccolo Jonathan Barbariol, un bambino di 11 mesi che abitava con la famiglia a Vajont, comune della provincia di Pordenone, morto il 2 giugno 2015, una settimana dopo il suo ricovero a Pordenone.
Il giudice di Pordenone Monica Biasutti ha deciso di disporre un incidente probatorio. L’udienza è stata fissata il prossimo 16 ottobre 2018. Oltre a Favia, pediatra in servizio all’ospedale di Pordenone, è indagata anche un altro medico, Anna Concetta Foglia, residente a Maniago, pediatra di fiducia della famiglia Barbariol. A chiedere la perizia con il contraddittorio delle parti sono stati gli avvocati difensori delle due dottoresse indagate, l’avvocato Roberto Lombardini per Anna Favia e Marco Zucchiatti per Anna Concetta Foglia. Il 16 ottobre il gup Biasutti nominerà invece i consulenti della Procura di Pordenone. Poi il giudice deciderà se rinviare a giudizio le due pediatre. Il pm tempo fa aveva affidato una consulenza tecnica al professore Raffaele Giorgetti, da cui sarebbero emersi dei dubbi in merito all’operato delle due professioniste.
La vicenda di Jonathan Barbariol è drammatica e molto dolorosa. Il piccolo morì all’ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone, la mattina del 2 giugno di 3 anni fa. La Procura ha contestato a Foglia, che ha visitato 4 volte il bambino dal 28 aprile al 22 maggio 2015, di aver diagnosticato una bronchite acuta e non un’infezione respiratoria. Favia ha visitato il bambino al pronto soccorso la notte tra il 25 e il 26 maggio 2015, diagnosticando “verosimili coliche gassose”. Per gli avvocati difensori delle dottoresse, Lombardini e Zucchiatti, il bambino morì a causa di una serie di patologie croniche e non c’è responsabilità colposa da parte delle due professioniste.
I genitori del piccolo avevano riferito durante il ricovero che il bambino era febbricitante e tossiva da più di un mese. Per la Procura di Pordenone il bimbo morì per sepsi e polmonite. Gli inquirenti avevano all’epoca ipotizzato che con una diagnosi tempestiva e corretta il piccino si sarebbe potuto salvare. L’inchiesta è attualmente seguita dal pm Andrea Del Missier, mentre i genitori di Jonathan sono assistiti dall’avvocato Fabiano Filippin.
«Abbiamo scoperto le cause del decesso leggendo il referto, nessuno ci aveva avvisato né di queste patologie né tantomeno che Jonathan fosse in pericolo di vita», aveva raccontato commossa all’epoca la mamma Henrieta Janoscikova, «quando Jonathan è stato ricoverato a Pordenone mi hanno detto che potevo tornare a casa e di stare tranquilla. Non appena sono arrivata a Vajont ho ricevuto la telefonata con cui mi sollecitavano di accorrere in ospedale. Non voglio che altri bambini muoiano così». —
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