Nuova mala del Brenta «Il prefetto deve aiutarci»

I sindaci della Riviera: subito un vertice sulla sicurezza, siamo preoccupati Maccari del Coisp chiede l’apertura di un commissariato e l’ufficio dell’Antimafia
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 16.05.2014.- Conf. Stampa Questura "Operazione Msk". Vincenzo Roca, Luigi Delpino, Marco Odorisio.
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 16.05.2014.- Conf. Stampa Questura "Operazione Msk". Vincenzo Roca, Luigi Delpino, Marco Odorisio.

DOLO. «Siamo preoccupatissimi per la rinascita della mala del Brenta. Per questo invieremo una lettera al Prefetto di Venezia per avere un incontro urgente che chiarisca cosa sta succedendo adesso su un territorio che ha visto nascere la banda di Felice Maniero».

A dirlo sono i sindaci della Riviera del Brenta, dopo 27 arresti da parte della Squadra Mobile e da parte dei carabinieri negli ultimi giorni. I sindaci chiedono un allargamento dell’incontro ai primi cittadini del Piovese e del Miranese. Da parte del sindacato di Polizia Coisp invece si chiede l’arrivo di un Commissariato di polizia e di un ufficio distaccato dell’Antimafia.

«Ci ha sorpreso fortemente», spiega il sindaco di Vigonovo Damiano Zecchinato, «vedere che esiste una saldatura fra vecchie e nuove leve della ex mala. Banditi che non hanno mai cambiato mestiere e lo insegnano alle nuove generazioni » . La nuova mala aveva in programma sequestri rapine estorsioni . «Questi banditi vanno fermati subito», dice il sindaco di Dolo Maddalena Gottardo, «I nostri territori non devono tornare agli anni bui della mala del Brenta», quando regnava un clima di terrore». Il presidente della Conferenza dei sindaco dell’Asl 13 Fabio Livieri è chiaro. «Chiediamo un incontro con il Prefetto», dice, in cui ci venga spiegata l’emergenza in atto. Un incontro che va allargato ai sindaci del Miranese e Piovese». Anche Franco Maccari il segretario nazionale del sindacato di Polizia Coisp interviene sulla situazione di allarme: «Dopo quello che è venuto alla luce con gli arresti della nuova mala del Brenta», dice Maccari, «è necessario sempre più portare nel territorio un commissariato di Polizia e anche uffici investigativi della Dia (Distretto investigativo Antimafia)». Maccari argomenta la richiesta. «Segnali chiari ce n’erano già da un anno», spiega , Erano stati trovati a Fiesso depositi di armi e basisti insospettabili. La conferma è arrivata con due operazioni distinte della Squadra Mobile e dei carabinieri della Compagnia di Mestre. Sono finiti in manette 27 persone, ma la storia potrebbe non finire qui. Davvero tanti poi se si pensa che in molti davano per chiusa quella triste parentesi di questo territorio». «Le tenenze e le stazioni dei carabinieri della zona», conclude Maccari, «non bastano più. Non serve una presenza capillare di persone adatte a contrastare comuni episodi di criminalità . Per fermare banditi feroci come quelli arrestati della nuova mala ci vuole personale specializzato e collegato al territorio».

Alessandro Abbadir

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